A volte succede che un libro nasca per caso, senza che nelle intenzioni originarie fosse concepito come l’esito di un percorso. È il caso di Copyleft, uscito nella collana Evasioni di Gaffi Editore. Un titolo, quello di quest’opera curata da Girolamo Grammatico, che è anche una filosofia che sta pervadendo il mondo della cultura e della letteratura. Perché, come si legge nell’introduzione firmata dal curatore del libro, quella che si sta sostenendo è «una lotta per la liberalizzazione dalle opprimenti sovrastrutture come la proprietà d’ingegno che tengono legata una tra le componenti più belle della nostra mente: il coraggio del confronto con l’altro».
Ma torniamo all’origine del volume. Per primi vennero MArteLive e i reading. Insieme all’idea della manifestazione vennero i racconti, firmati da Wu Ming (qui c’è bisogno di spendere ben poche parole), Saverio Fattori (autore di «Alienazioni Padane»), Monica Mazzitelli (iQuindici), Girolamo Di Michele («Tre uomini paradossali» e «Scirocco»), Michele Governatori («Il paese delle cigogne» e «Venere in topless»), Giuseppe Casa («In questo cuore buio») e diversi altri. Parecchio materiale, alcuni brani buoni e altri molto buoni. Per cui perché non utilizzarli per proseguire con l’esperienza di MArteLive? Ed ecco che arriva l’antologia.
Saltando di nuovo invece alle motivazioni filosofiche, poi, oltre al rilascio del libro sotto i termini del copyleft letterario, c’è stata la volontà di compiere un ulteriore passo. Passo che ha visto la scelta di ricorrere a carta ecocompatibile e devolvere una quota a Terre di Mezzo per i senza tetto. Insomma, questo è un libro da leggere al di là del suo valore letterario: le ragioni ci sono tutte perché non ci può essere «Cultura senza Eticità».
letteratura
La vita e l’universo di Douglas Adams
StandardIl Biografilm Festival 2005, in programma del 1° al 5 giugno a Bologna, dedicherà la prima giornata del suo programma a un focus su Douglas Adams, il geniale scrittore britannico, autore del libro culto «Guida Galattica per gli Autostoppisti». Oltre all’anteprima del film «Guida Galattica per gli Autostoppisti», tratto dal suo romanzo (in attesa di conferma da parte di Buena Vista Italia), verrà presentato Life, The Universe, and Douglas Adams del documentarista americano Rick Mueller e incontri ed eventi per l’intera giornata saranno dedicati a “la vita, l’universo e tutto quanto” amiamo del grande e visionario Douglas Adams.
Adams, nato nel 1951 a Cambridge è stato autore televisivo e radiofonico per la BBC. Nel corso della sua carriera ha collaboratore alla realizzazione di serie storiche come Doctor Who e Monty Python’s Flying Circus. Ma l’affetto del pubblico di tutto il mondo lo ha conquistato, alla fine degli anni settanta, con La Guida Galattica per gli autostoppisti, un progetto nato come commedia radiofonica, diventato poi una serie di romanzi e, infine, una miniserie televisiva per la BBC.
La prima volta che ho visto i fascisti
StandardProgetto di scrittura comunitaria. Nel passaggio di Giap 7 in cui se ne parla, si legge anche che «[…] Ipotizziamo uno scenario: sei cresciuto in una famiglia e un ambiente antifascista (comunista, socialista, anarchico, repubblicano, liberaldemocratico, cristiano, poco importa), magari hai nonni partigiani o parenti deportati, ti sei formato sui loro racconti. A un certo punto, crescendo ed entrando più in profondità nel mondo, hai scoperto che i fascisti esistevano anche all’infuori delle saghe narrate in famiglia, non erano come orchi e draghi, anzi, erano pelle, carne, ossa, sguardi, boria, parole proferite vicino al tuo orecchio […]». Fino al 25 aprile c’è tempo per partecipare.
Letteratura libera
StandardDa un’iniziativa de iQuindici: Diffusione della cultura: le ragioni del copyleft – Lettera aperta a tutti gli editori italiani.
Gli *altri* anni Ottanta del nostro scontento
StandardDi WuMing 1 da Giap del mese di novembre 2004.
Ma lo volete davvero il revival anni Ottanta? Del mainstream anni Ottanta? Degli anni Ottanta… italiani? Nel nostro paese quel decennio fu “istituzione totale”, campo di prigionia culturale.
Capisco chi all’epoca era bambino e, più che il periodo storico, rimpiange la propria infanzia. Tra chi ha più di trent’anni, tuttavia, non può esserci “memoria condivisa”. O stai da una parte o stai dall’altra. Se sei nostalgico, vuol dire che stavi con Cecchetto, coi paninari, con l’oppressore.
Oppure sei un “compagno che sbaglia”, come Boosta dei Subsonica. Il suo album solista con le cover di disco dance anni Ottanta ha un intento scherzoso ma evoca cose brutte.
Gli Eighties li ricordo bene. L’italo-disco per me non è nulla di esotico, di ironico, stra-cult o che altro. è la colonna sonora della dittatura.
Epoca anti-estetica, decennio dimenticato dallo Stile. Scomparse le basette. Giacche a due bottoni, spalle iper-imbottite, maniche rimboccate sopra il gomito. Capelli corti davanti e lunghi sulla nuca, libbre di gel.
Primo pomeriggio: “Saranno famosi” e Gerry Scotti più magro. Domenica sera: “Drive in”. Comici insipidi, “il diciotto lo rifiuto”, “ho cuccato una sfitinzia”. Adolescenti in Italia negli anni Ottanta. “Costretti a sanguinare” sì, ma per via dei maroni sbregati.
No, se proprio vi interessa il periodo, non è così che si fa. Ci ripropinate la cultura del potere e del conformismo. E le culture della resistenza?
Negli Eighties la resistenza ci fu eccome. Combattemmo la guerriglia culturale con quel che c’era, vecchi archibugi concettuali, chitarre da due lire, rozze fanzines spedite per posta. Usammo passato, futuro e apocalisse contro un presente che ci schiacciava.
Se davvero volete gli Eighties italiani, sforzatevi di capirli nella loro complessità, non riduceteli a monotona orgia di spaghetti dance, tappezzeria acustica per yuppies.
C’era l’hardcore punk: Negazione, Raw Power, Impact, CCM, Peggio Punx, Indigesti, Wretched, Contropotere.
C’erano il garage rock e il revival psichedelico: Sick Rose, Pikes in Panic, Monks, Steeplejack, Primeteens, Ugly Things, Peter Sellers & the Hollywood Party.
Sale-prove schermate coi portauova. Fanze e riviste autoprodotte: Punkaminazione, Decoder, Idola Tribus. La mail art, grande corrente sotterranea. I cofanetti di artistamps e pinzillacchere che mi spedivano Bruno Capatti o Franco Piri Focardi. C’erano persino emittenti pirata, come Radio detersivo a Ferrara. Trasmetteva da un appartamento di studenti greci. Costas e Phillis, chissà dove siete adesso?
La meglio gioventù degli Eighties si muoveva nelle nicchie, ma le nicchie erano tante, adiacenti, e le pareti porose.
Al recupero del peggiore sterco commerciale, contrappongo la riscoperta delle “opposizioni 80”. Soltanto grazie ad esse tenemmo duro nel campo di prigionia, per infine uscirne vivi, e a testa alta.
Addio a Will Eisner
Standard
Will Eisner passed away on January 3rd, 2005 at the age of 87 following quadruple bypass heart surgery.
Dal sito della Editrice PuntoZero, la sua bibliografia.
Parlando invece di un altro autore, Maurizio Matrone, e del suo ultimo romanzo, Il nome è Tarzan Soraya, non si può che restare affascinati dal personaggio di Tarzan, un novello Johnny Freak descritto con una delicatezza e una sensibilità davvero rare.
Libertà di cultura, qui e ora
StandardStampa Alternativa abbraccia le licenze Creative Commons. Anzi, le fa entrare nel proprio «sistema arterioso pulsante». Il link che segue sono considerazioni di Marcello Baraghini, direttore editoriale della storica casa editrice, in argomento: Libertà di cultura, qui e ora.
Intanto, un progetto è andato in porto: Quaderni di Olokaustos.
Recensioni importanti
Standard
Roberto Orselli
Regards from Serbia
StandardA toni via via più scuri
StandardDa Carmilla On line, un articolo di Valerio Evangelisti che pone un interessante parallelo tra la mutazione della letteratura, quella gialla e noir, e della criminalità. O, forse, della società stessa. L’estinzione del movente.
Ormai il genere detto noir ha rimpiazzato larga parte della narrativa poliziesca tradizionale, di cui, pure, rappresenta un’evoluzione. Credo non sia un caso: è che anche nella vita reale, o perlomeno in quella sua componente non secondaria che è il crimine, il colore nero si è sovrapposto ampiamente al giallo. Il dato è spaventoso, ma ne va preso atto. Se nel campo terroristico diventa sempre più difficile individuare ideologia e moventi dei suoi protagonisti, in quello puramente e semplicemente criminale si moltiplicano gli atti di un’efferatezza inspiegabile, gli omicidi insensati, le esplosioni gratuite di sadismo. Giovanissimi innamorati alla Peynet accoltellano genitori e fratellini; ragazzine si inventano dal nulla una setta satanica e compiono un sacrificio umano; adolescenti di quartiere appiccano fuoco a un barbone oppure violentano e uccidono una compagna di classe. Anche una “tradizionale” rapina in una villa può mutarsi nell’occasione per l’esercizio di una ferocia non necessaria, mentre, sul versante opposto, la difesa legittima dei propri beni rischia di degenerare nell’omicidio di un aggressore disarmato.

