Premessa
Nella prima metà degli Anni Ottanta, a Bologna, si verificarono quattro omicidi collegati in modo più o meno pindarico al DAMS. Per l’opinione pubblica e per i giornali, sarebbe stato in azione un serial killer che uccideva chi ruotava intorno alla facoltà universitaria emiliana. Ma era solo una suggestiva ipotesi, una fantasia, per una serie di crimini che nulla avevano a che vedere l’uno con l’altro.
Le vittime furono Angelo Fabbri, 26 anni, Liviana Rossi, 22 anni, e Francesca Alinovi, 35 anni. Infine la storia di Leonarda Polvani, forse quella maggiormente misteriosa tra i quattro crimini finiti sotto la posticcia etichetta dei delitti del DAMS [1].
Scomparsa sotto casa
È il 29 novembre 1983, sono le otto di sera. C’è una giovane donna che arriva a casa in auto, imbocca l’ingresso del garage e va a parcheggiare dietro la vettura del marito. È partita una mezz’ora prima dal centro di Bologna dove lavora come disegnatrice di preziosi per una gioielleria e ora è a Casalecchio di Reno, cintura del capoluogo emiliano. Una volta spento il motore, afferra la borsa, un sacchetto che contiene una confezione da sei di uova e una gavetta di metallo con cui si porta il pranzo al lavoro. Fa per avviarsi di sopra, verso l’appartamento nel quale vive con il marito. Ma a quel punto scompare. Sparisce lungo un percorso che sarà sì o no di cinque metri. Continue reading