L’abito di Don Zauker in rete e sotto Creative Commons

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Don ZaukerScoperto Don Zauker, sul cui sito, rilasciati con licenza Creative Commons, sono disponibili lo spettacolo-talk show, i video e le tavole. Ma chi è Don Zauker?

Esorcista in un mondo in cui Dio e il Diavolo non esistono (cioè il nostro), Don Zauker è un fumetto sulla totale mancanza di senso critico che caratterizza molte persone, di fronte alla religione e alla Chiesa in particolare. Don Zauker è arrogante, manesco, ignorantissimo, egoista, bugiardo; è l’incarnazione dei peggiori vizi dell’uomo e non fa assolutamente niente per nasconderlo. Ma peggiori di lui sono le persone che gli concedono credito, che lo venerano e ne giustificano il comportamento, inchinandosi non davanti alla persona, ma al vestito che porta. Perché l’abito FA il monaco, questo Don Zauker lo sa.

Da non dimenticare: questa è opera (pluripremiata) dell’Règia Associazione Paguri. E grazie a Chris per la segnalazione.

A mano armata: Fioravanti, i Nar e i morti che si potevano evitare

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A mano armata di Giovanni Bianconi«Ma non vede quel che succede nel nostro Paese? I nodi vengono sempre al pettine.»
«Quando c’è il pettine», disse malinconicamente Rogas.

Leonardo Sciascia, Il contesto

Questo libro non è una novità editoriale, anche se è stato riproposto più volte (l’ultima quest’anno in versione tascabile). A mano armata – Vita violenta di Giusva Fioravanti (Baldini e Castoldi Dalai) è uscito per la prima volte nel 1992 e il suo autore, il giornalista Giovanni Bianconi, ha tracciato forse uno dei più efficaci ritratti di un periodo, quello a cavallo tra gli anni settanta e gli ottanta con estensioni al precedente boom economico e alla successiva stagione dei processi all’eversione neofascista. Se Giuseppe Valerio Fioranvanti, il bambino prodigio del piccolo schermo che recita nello sceneggiato “La famiglia Benvenuti” per poi diventare leader nero dell’eversione made in Italy, è la figura che accompagna tutta la narrazione, il focus dell’autore si amplia e comprende alcuni dei personaggi, allora giovanissimi, che dal Movimento sociale italiano e dalle sue organizzazioni giovanili saltano la frontiera dell’azione politica e passano al terrorismo.

Carabinieri, poliziotti, rossi, traditori, camerati troppi furbi finiscono sotto il piombo dell’organizzazione che si battezzerà Nar, Nuclei armati rivoluzionari. Che, officiato il battesimo dell’omicidio un po’ come si prova una nuova droga con annessa delusione per un eccitamento che non arriva così potente come immaginato, decide che tutti possono essere nemici. E al pari tutti possono essere alleati. Anche i “compagni”, gli antagonisti per antonomasia, perché quando la guerra è aperta e lo Stato rappresenta in ogni sua forma l’obiettivo da colpire e da abbattere, anche alleanze apparentemente inconciliabili diventano possibili. E se, tra improbabili cessati il fuoco e rappresaglie per un anniversario deriso da una radio libera, queste posizioni possono apparire i deliri di ventenni esaltati, andando ad ampliare ancora il raggio di osservazione, queste alleanze assumono maggiore concretezza e una luce più sinistra. Come accade per esempio con l’omicidio di due militanti del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti, diciannovenne studente di medicina, e di Francesco Ciavatta, liceale che di anni ne aveva diciotto, di cui scrive Bianconi:
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Travaglio: “nel mare nostrum di cazzate e tartuferie assortite”

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Marco Travaglio, sul blog VoglioScendere, sottolinea una serie di considerazioni che hanno a che fare (o meno) con Nient’altro che la verità:

Non c’è più niente da fare. Ormai Berlusconi ha vinto. Dopo 15 anni di slogan falsi bombardati con gli ordigni radioattivi delle sue televisioni e della sua Rai, è riuscito a contaminare tutto il paese, tutto l’ambiente che lo circonda, compresi i politici del centrosinistra che dovrebbero opporglisi, compresi tanti intellettuali e giornalisti. Per cui, ormai, parlano e pensano (si fa per dire) quasi tutti come lui. Lo dimostrano, se ve ne fosse ancora bisogno, gli alti lai del Club degli Intoccabili – da Bertinotti a Mastella, da Franceschini a Berlusconi, per non parlare delle mosche cocchiere dalemian-veltroniane Latorre, Caldarola e Polito e dei cerchiobottisti alla Sergio Romano – contro le intercettazioni, chi le effettua e chi le pubblica.

L’altra sera, ad Annozero, ne hanno parlato due dei pochissimi intellettuali immuni da radiazioni: Franco Cordero e Antonio Tabucchi. Infatti parevano due marziani. Cordero ricorda che le intercettazioni non manipolano nulla: sono l'”autoritratto” di chi parla, nel bene e nel male. Tabucchi rammenta che i politici non sono mai intercettati: intercettati sono i malfattori con i quali parlano spesso certi politici. I quali, se non vogliono finire anch’essi indirettamente intercettati, hanno un rimedio facile facile: non parlare con malfattori e chiamare, per dire, la Comunità di sant’Egidio. Ragionamenti di puro buonsenso, che però cadono nel vuoto. Per leggere qualcosa di sensato bisogna rivolgersi a un giornalista e scrittore di origine italiana che vive in America, Alexander Stille, il quale due giorni fa ha scritto un articolo memorabile su Repubblica dal titolo Il Paese dove i potenti vanno in galera. È una boccata d’aria nel “mare nostrum” di cazzate e tartuferie assortite.

Qui il post completo.

Dall’Iraq con furore. Testimonianza di un ex marine

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  • Rosa Miriam Elizalde, “Ero un assassino psicopatico”. La testimonianza di un ex Marine statunitense di ritorno dall’Iraq:

    Jimmy Massey ha scritto tre anni fa con l’aiuto della giornalista Natasha Saulnier. “Kill! Kill! Kill!” è stato presentato al Salone del libro di Caracas. È la testimonianza più violenta che sia stata mai scritta da un ex membro del corpo dei Marine arrivato in Iraq nel 2003 con le truppe d’invasione. Ha deciso di raccontare tante volte quante ce ne sarà bisogno come ha potuto essere per dodici anni un Marine spietato e perché questa guerra lo ha cambiato.

Tra binomi stato-chiesa e bocciature da non scordare

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Paola Zonca scrive sul quotidiano L’Unità a proposito di Piergiorgio Welby, un anno dopo «qui non c’è ancora pietà»:

Un anno dopo, poco è cambiato. Il binomio Stato-Chiesa continua a influire parecchio sulle libertà di scelte individuali, e l’ultima bocciatura al registro delle unioni civili a Roma non ne è che l’ultima conferma. Per questo, in occasione dell’anniversario, l’associazione Luca Coscioni, ha messo in rete un piccolo «manuale di autodifesa dal proibizionismo della salute». Si chiama Soccorso civile, e fornisce suggerimenti e informazioni su temi “eticamente sensibili” come l’eutanasia, il testamento biologico, la fecondazione assistita, la pillola RU486 e quella del giorno dopo, fino all’utilizzo terapeutico della cannabis. Il sito nasce perché «in Italia – scrivono dall’associazione Luca Coscioni – sono in vigore leggi che pregiudicano i diritti civili fondamentali delle persone: si tratta di norme proibizioniste e confessionali, che limitano fortemente la possibilità dei cittadini di curarsi in modo efficace, di avvalersi delle possibilità messe loro a disposizione dalla ricerca scientifica e di esercitare la propria libertà di scelta».

Da artista e divulgatore scientifico a sospettato di terrorismo

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Strange Culture - La storia di Steve KurtzSu Raccontane un’altra della casa editrice Elèuthera si spiega la situazione in cui si è inciampato CAE – Critical Art Ensemble, un gruppo statunitense che sostiene la libertà di espressione e conduce un percorso artistico coniugandolo parallelamente a tematiche scientifiche. E forse proprio per quello strano confine, non sempre di facile comprensione per coloro che sono venuti a conoscenza delle sue attività, c’è chi ha pensato che all’interno del collettivo si portassero avanti attività strane, magari anche pericolose. Così è scattata ormai un po’ di tempo fa l’accusa di bioterrorismo e il fondatore del CAE, Steve Kurtz, docente di arte a Buffalo presso la New York State University, si ritrova con il concreto rischio di trascorrere una ventina d’anni in galera. Ora, con il post CAE sotto accusa – novità sul caso Kurtz, si viene a sapere che:

Benché la maggior parte degli osservatori abbia dato per scontato che la pletorica task force messa in campo si sarebbe ben presto resa conto che la sua indagine preliminare era del tutto infondata, gli apparti federali hanno deciso al contrario di andare avanti con le proprie accuse nei confronti di Steve Kurtz e Robert Ferrell. E questo malgrado le conclusioni delle autorità sanitarie dello Stato di New York e malgrado il fatto che gli stessi esami dell’FBI, sul campo e in laboratorio, non abbiano potuto comprovare nulla di nocivo per le persone o per l’ambiente (d’altronde sarebbe impossibile fabbricare una qualche sorta di germe letale o pericoloso a partire da quelli sequestrati). La pubblica accusa continua così a sprecare ingenti somme di denaro pubblico in questa persecuzione oltraggiosa in realtà mossa da evidenti ragioni politiche.

Sul caso di Steve Kurtz è stato realizzato anche un film, Strange Culture (qui la scheda relativa mentre qui le foto su Flickr), diretto da Lynn Hershman Leeson. Qui, infine, maggiori informazioni in italiano.

Nasce “Cronaca Nera” su Thriller Magazine

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Nasce su Thriller Magazine la rubrica Cronaca Nera. Ecco il testo di presentazione (e un ringraziamento a Mauro Smocovich per l’opportunità):

Con questa rubrica, si vuole aprire un angolo dedicato non alla fiction letteraria, ma alla ricostruzione della realtà attraverso le pagine dei libri. Questa la linea di fondo che unirà recensioni ad articoli che vogliono indagare i gialli quotidiani abbracciando non solo i fatti di sangue che hanno (e continuano ancora oggi) scandito la realtà di tutti i giorni, ma anche quei fatti che rimangono oscuri, poco indagati o che presentano, malgrado processi e sentenze, aspetti non ancora comprensibili. La rubrica si comporrà in questo modo:

  • recensioni di libri: non necessariamente novità editoriali. Il punto che collegherà i testi recensiti riguarda l’argomento, che deve essere una vicenda reale. All’interno di questo ambito, entreranno vicende biografiche narrate con i canoni del romanzo, inchieste giornalistiche, ricostruzioni di fenomeni e periodi
  • approfondimenti: articoli su fatti di cronaca nera, attualità e politica. Se tendenzialmente non verranno affrontati i clamori della stampa (a meno di testi che vogliano approfondire tematiche come il clamore a mezzo stampa degli omicidi “estivi” o retrospettive sul modello di quella effettuata da Pino Corrias in Vicini da morire), verranno inseriti testi che riguardano la storia recente italiana (dagli anni di piombo in avanti), casi giudiziari (da quelli storici agli attuali per esempio sul G8 di Genova) e ricostruzioni su delitti “dimenticati”

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Una tragedia negata: gli anni di piombo nella narrativa italiana

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Una tragedia negata di Demetrio PaolinDa Vibrisselibri, Una tragedia negata – Il racconto degli anni di piombo nella narrativa italiana di Demetrio Paolin:

Un’approfondita analisi sulla narrativa ispirata agli anni di piombo. Sono due, in particolare, i fili conduttori che legano i testi presi in esame in questo saggio. Due aspetti nodali che l’autore ha individuato, portato alla luce e sui quali ci invita a riflettere: l’assenza della figura del nemico e la conseguente negazione della cifra tragica nei sanguinosi eventi che caratterizzarono il periodo in questione. In tutti i libri che Paolin analizza la scelta della lotta armata viene declinata all’interno di un ambito familiare, quasi a voler annullare o «disinnescare» la violenza contenuta in quei fatti di sangue.

Da qui, si può scaricare il pdf del libro, che sarà in libreria a partire dal mese prossimo per le edizioni Il Maestrale, da qui la storia della copertina e da qui invece il work in progress del libro.

Un secolo di carcere per devastazione e saccheggio

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21 july 2001 - 21 july 2007Questo è uno dei casi in cui sarà utile analizzare il dispositivo della sentenza che ha portato a comminare un totale di oltre cento anni di carcere alle persone finite a processo per devastazione e saccheggio durante le manifestazioni del G8 del 2001 a Genova. A fronte dello zelo giudiziario tutto da comprendere nell’infliggere periodi di reclusione che vanno dai cinque mesi agli undici anni, risultano più che condivisibili le parole di Haidi Giuliani la quale:

si dichiara “sconvolta” dalla sentenza di oggi che non ha voluto considerare i fatti genovesi “come fatti attribuibili a singole persone ma ha giudicato i ragazzi come se fossero delinquenti abituali”. “Mi sconvolge ancora di più – dichiara la senatrice – la distanza abissale che resta tra chi viene condannato per aver rotto delle cose e chi invece non sarà mai condannato per aver rotto esseri umani. Non mi stancherò mai di ribadire l’assoluta necessità di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta che rimetta insieme, come in un puzzle, tutto quanto è accaduto a Genova in quelle giornate”. “La sentenza di Torino, che ha cancellato l’accusa assurda di devastazione e saccheggio, faceva ben sperare – ha concluso la sen. Giuliani – perché i giudici l’avevano pronunciata basandosi su singoli atti compiuti da singole persone”.

E in proposito si legge sul comunicato stampa di Supporto Legale:

L’uso del reato di devastazione e saccheggio per condannare fatti avvenuti durante una manifestazione politica apre la strada a un’operazione pericolosa, che vorrebbe vedere le persone supine alle scelte di chi governa, inermi di fronte ai soprusi quotidiani di un sistema in piena emergenza democratica, prima ancora che economica. Nessuno di coloro che era a Genova nel 2001 e che ha costruito carriere sulle parole d’ordine di Genova, salvo poi tradirle con ogni voto e mezzo necessario, ha voluto schierarsi contro questa operazione assurda e strumentale: nessuno, o quasi, in tutto l’arco del centro sinistra al governo ha saputo dire che a Genova, tra coloro i quali oggi sono stati condannati ad anni di galera, avrebbe dovuto esserci tutti quanti hanno partecipato a quelle giornate.

Qui infine un po’ di documentazione sul “processo ai 25” condannati oggi.