Questo progetto ha visto la collaborazione di molteplici realtà: il servizio bibliotecario centrale della Renania settentrionale-Vestfalia e, per quanto riguarda Colonia, l’università e la biblioteca pubblica, la biblioteca dell’università delle scienze applicate e quella della Academy of Media Arts, oltre alla biblioteca centrale della Renania-Palatinato. Si tratta della prima volta che in Germania viene dato accesso aperto a dati bibliografici affinché vengano pubblicati e utilizzati liberamente. L’annuncio (in inglese) è disponibile qui, sul sito di HBZ, e viene rilanciato da CreativeCommons.org con il post Cologne-based libraries release 5.4 million bibliographic records via CC0:
La pubblicazione dei dati consente a chiunque di scaricarli, modificarli e usarli per qualsiasi scopo. “In periodi in cui gli editori e alcune organizzazioni bibliotecarie vedono i dati come fonte di capitale, è importante difendere l’obiettivo originario di biblioteche e bibliotecari. I quali si sono sempre sforzati di rendere accessibile un’ampia fetta della conoscenza a quante più persone possibile e con il minor livello di restrizioni possibile”, dice Silke Schomburg, vicedirettrice di HBZ. “Per di più le biblioteche ricevono fondi pubblici e ciò che viene finanziato in questo modo deve essere accessibile”.
La cooperazione e lo scambio di dati tra le biblioteche è stato esplicitamente stabilito più di cento anni fa. Offrire liberamente dati bibliografici non solo accrescerebbe la collaborazione, ma ne agevolerebbe l’uso anche da parte di istituzioni differenti. “Nel corso dello sviluppo di Internet è divenuto chiaro che molti servizi possono essere migliorati non di poco dai dati di catalogazione. La versione tedesca di Wikipedia, per esempio, è stata arricchita dai dati della Biblioteca Nazionale a lungo. Questo genere di ricchezza è stata spesso ostacolata e ristretta da un accesso aperto solo a metà”, ha proseguito Schomburg.
Il passo successivo sarà quello verso il web semantico. Ulteriori informazioni sono disponibili qui e la licenza di utilizzo è la CC0.
Ciao Antonella,
grande segnalazione davvero.
Forse tra gli open data, la trasparenza a livello governativo e il lincensing CC0 per i dati, facilmente poi inseribili nel Linked Data come step successivo verso il web semantico, si puo’ essere moderatamente ottimisti.
Ma è una lotta a rompere lo status quo, e ad innovare in modo sano ed onesto per difendere le nostre libertà ed i nostri diritti. Vedo anche una profonda sostenibilità nella riusabilità nell’ecosistema informativo che verrebbe a crearsi, e questo è assolutamente un bene.