Caso Toni-De Palo: i familiari di Graziella chiedono ancora dopo 34 anni luce sull’omicidio di Beirut. Basta con il segreto e i segreti dello Stato

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Italo Toni e Graziella De Palo

Il prossimo 2 settembre saranno trascorsi 34 anni dalla scomparsa a Beirut dei due giornalisti italiani Graziella De Palo e Italo Toni. A tutt’oggi, dal 1980 al 2014, non si sa che fine abbiano fatto – pochi dubbi però sul fatto che siano stati assassinati – e i familiari non sono stati aiutati affatto dallo Stato a farlo luce sulla vicenda. Dunque, quasi alla vigilia di questo nuovo anniversario, i fratelli e la madre di Graziella, Nicola e Giancarlo De Palo e Renata Capotorti, scrivono questa lettera da leggere fino in fondo. Una lettera che parla di segreti che non si vogliono rivelare, burocrazie assurde e di sordità istitutazionale.

Egregio Direttore,

desideriamo porre alla sua attenzione un evento che i familiari dei giornalisti Graziella De Palo (“Paese Sera” e “l’Astrolabio”) ed Italo Toni (“Diari”) aspettano da decenni: il 28 agosto 2014 cadrà definitivamente il segreto di Stato sul rapimento e l’omicidio dei due giornalisti avvenuto il 2 settembre 1980 a Beirut.

Il valore storico dell’evento (il primo caso di rimozione di un segreto di Stato nella storia repubblicana) meriterebbe di per sé essere oggetto di una approfondita inchiesta giornalistica. Il 10 marzo 2010, alle famiglie De Palo e Toni venne concesso di poter visionare 1.161 documenti conservati presso gli archivi dell’AISE, purtroppo ancora coperti da numerosi omissis. Rimasero esclusi 80 documenti ancora coperti dal segreto. In questi ultimi, in teoria, potrebbero trovarsi nomi, fatti e circostanze che potrebbero permettere di poter almeno ritrovare i poveri resti di Graziella e Italo.

Sulle ragioni che portarono all’eliminazione dei nostri congiunti, noi familiari non nutriamo più dubbi. Anche se la verità storica è stata parzialmente ricostruita, ciò che appare evidente è che in nome del cosiddetto “lodo Moro-Giovannone” l’Italia – a partire dall’attentato di Settembre Nero agli impianti dell’oleodotto transalpino SIOT di Trieste del 4 agosto 1972 – aveva deciso di scendere a patti con il terrorismo di matrice palestinese per salvaguardare i propri interessi vitali. Tra le tante vittime di questo patto (scellerato) ci sono anche Graziella e Italo. Gli interessi economici prevedevano lucrosi affari nella vendita di armi a quei Paesi nei confronti dei quali vigevano embarghi economico-militari.

Le ambiguità della politica mediorientale dell’Italia vennero definite da Paolo Emilio Taviani nella formula “della moglie americana e dell’amante libica” (o araba). Tale formula venne ripresa anche in Commissione Stragi dall’ex capo della Polizia, Vincenzo Parisi, per spiegare il movente di tante stragi ancora oggi inspiegabili o ancora coperte da inquietanti aloni di mistero.

Il viaggio a Beirut dei due giornalisti, ospiti dell’OLP e vicini alla causa del popolo palestinese, sembra fosse prevalentemente teso a far luce su questo oscuro traffico di armi, di cui beneficiava anche il terrorismo italiano. La loro eliminazione è avvenuta esattamente un mese dopo l’attentato alla stazione di Bologna.

Per queste ragioni l’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi confermò il vincolo del segreto di Stato il 5 settembre 1984 proprio sui rapporti tra governo italiano e OLP, nel corso del procedimento penale sull’omicidio di Italo Toni e Graziella De Palo. Tale segreto è stato confermato perfino dal governo Berlusconi nel 2004-2005, nella persona dell’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, in risposta a una articolata domanda avanzata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Dossier Mitrokhin.

La richiesta che vogliamo farLe a nome delle famiglie De Palo e Toni è quella di impiegare le energie del Suo giornale per stimolare il Governo a mettere a disposizione il prossimo 28 agosto le carte più compromettenti a disposizione di chiunque: storici, familiari, giornalisti e fare finalmente piena luce su questa tragica vicenda.

Lo scorso anno i due giornalisti sono stati dichiarati vittime del terrorismo: le aspettative nostre non sono solamente quelle di riavere i resti degli scomparsi ed un riconoscimento storico della verità, ma anche quella di poter ottenere la riapertura di un processo, che si era interrotto con l’apposizione del segreto di Stato. Poca fiducia infine sulla possibilità della costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta, che ci è sempre stata negata.

Nel ringraziarLa per l’attenzione che vorrà dedicare a questo accorato appello, porgiamo cordiali saluti.

Nicola e Giancarlo De Palo, Renata Capotorti