Roberto Laghi intervista per Micromega (in audio) Francesco Vignarca a proposito del libro che ha scritto a quattro mani con Massimo Paolicelli. Appena uscito per i tipi di Altreconomia, il volume si intitola Il caro armato. Spese, affari e sprechi delle forze armate italiane e si presenta così:
Il “Nuovo Modello di Difesa” ha spostato la linea del fronte dai confini geografici a quelli degli interessi economici occidentali, ovunque siano considerati a rischio. La leva obbligatoria è stata sospesa. Ma scopriamo che, nonostante le “riforme”, il nostro esercito professionale conta ancora 190mila uomini, tra i quali il numero dei comandanti – 600 generali e ammiragli, 2.660 colonnelli e decine di migliaia di altri ufficiali – supera quello dei comandati. Scopriamo che il nostro Governo continua ad acquistare “sistemi d’arma” sempre più costosi, dalla portaerei Cavour, alle fregate FREMM (5.680 milioni di euro) al cacciabombardiere Joint Srike Fighter (13 miliardi di euro); e che il “mercato” delle armi, con i Governi principali committenti, è tutt’altro che libero: sono al contrario stretti i rapporti tra forze armate e industria bellica e frequenti i passaggi di militari a fine carriera dall’una all’altra schiera. Un capitolo è riservato alle scelte più controverse legate alle forze armate e ai loro “costi”: le missioni internazionali, la presenza dei militari in città, le servitù militari, il destino degli immobili della Difesa, l’abbandono del servizio civile; per arrivare agli “scandali” veri e propri, tra cui sprechi e inefficienze clamorose e la triste vicenda dell’uranio impoverito. L’appendice fa infine il punto sulle spese militari in Europa e nel mondo.
Francesco Vignarca, su tematiche analoghe, aveva scritto Mercenari S.p.A (Bur, 2004) e Li chiamano ancora mercenari. La privatizzazione degli eserciti nell’era della guerra globale (Altreconomia, 2004). Massimo Paolicelli invece è il presidente dell’Associazione Obiettori Nonviolenti.