Memorie cattive e buone: due casi (non volutamente) a confronto

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Beppe Sebasta segna un avviso importante: depositata una denuncia contro il Senatore Francesco Cossiga:

In tali dichiarazioni sono rilevabili i reati – quanto meno – di istigazione a delinquere, commesso pubblicamente come richiesto dalla legge per la sua punibilità: istigazione rivolta sia al ministro Maroni sia agli stessi organi di polizia preposti all’ordine pubblico (art. 414 CP); di istigazione di militari (i carabinieri) a disobbedire alle leggi a violare il giuramento – sulla Costituzione – (art. 266 CP:) e di apologia di reato (ancora 414 CP), in relazione ai reati da lui commessi ed ora spudoratamente confessati […]. I firmatari denuncianti sono 5. Le adesioni allegate 218. Tra i firmatari, Pietro Leone – nato il 16 06 1939, residente a Roma – e-mail: piero.leone@gmail.com, a cui si possono far pervenire, anche per fax, le adesioni. I suoi recapiti: 06 3220789 (tel. e fax) e cell. 3396085505.

E questa denuncia si aggiunge a un altro esposto, firmato da Luca Assirelli. Il quale spiega le sue ragioni in una videointervista pubblicata sul sito di MicroMega (via BSF).

Infine, di tutt’altro argomento (si parla di galantuomini in questo caso), l’ultimo saluto a Ferriero Corbucci tributato da Roberto Giari a uno “scrittore marchigiano, ma soprattutto un resistente, un vero partigiano”. Si veda per averne conferma la sua intervista a ImMemoria.

4 thoughts on “Memorie cattive e buone: due casi (non volutamente) a confronto

  1. Della Memoria cattiva.
    Toglierci di dosso il peso di gente sbagliata, legata solo al passato e senza futuro. Questo dovremmo fare.
    Viviamo in uno stato in cui si preferisce dar ascolto ancora alla parola di vecchi potenti, abituati al giro di parole sussurrate negli scantinati della vecchia politica e delle loro belle ville. Gente che non può far altro che attaccarsi a quel poco di vita che rimane loro da vivere e che non cerca sicuramente una via nuova.
    Sono saldi nel portarsi dietro tutto quello che si sono accaparrati nella loro vita, materiale o immateriale che sia.
    Sono senza futuro perché la vita ha un termine ultimo, un arrivo che come tutti i vecchi, non riescono ad accettare.
    Invidiano quelli che ancora sperano, quelle persone che qualcosa da fare ancora credono di averlo.
    Rimane il loro delirio ascoltato e riportato e fatto rimbalzare su giornali, televisioni e scritti di tutti i tipi.

    Della Memoria buona.
    Ti ringrazio Antonella per aver dato spazio al ricordo di Ferriero Corbucci, che silenziosamente se ne è andato.
    esiste altare e contraltare, fortunatamente, ma sfortunatamente le memorie buone si rischia di perderle.
    In sordina ci sono persone che ci lasciano, senza urla, senza lo stridio delle unghie sul marmo delle loro lapidi.
    Ti riporto la frase con cui si chiude l’intervista ad un uomo che ha tenuto fede ai principi della democrazia, per tutta la vita.
    “La libertà è una cosa che basta incontrarla per amarla….. e così è stato”.

  2. matteo

    Sono per principio contrario ai reati di “apologia” e “istigazione” perchè alla fine reprimono una semplice opinione e pensiero, seppur ributtante come quello espresso dall’ex presidente.
    Che del resto avesse utilizzato certi metodi era, in certi ambienti, fatto risaputo, non ha detto nulla di nuovo.
    Un eventuale processo (del tutto teorico) per i reati ipotizzati nella denuncia, avrebbe lo scopo di regalare al babbione sanguinario un altro e ulteriore palcoscenico dove esprimere le sue doti da istrione…Come se non ne avesse avuti già abbastanza…

  3. ormai da tanto tempo si sa che DIRE E’ FARE. Dichiarare la guerra è uno di questi verbi chiamati dai linguisti “performativi”. Anche “denunciare” lo è. Io penso che denunciare, e continuare a farlo, sempre, è una battaglia vivibile per un orizzonte vivibile. Non sputtaniamo la democrazia, la re-pubblica, e le sue regole, in nome di uno scetticismo o di una presunta tolleranza o saggezza superiore.

  4. matteo

    No.
    Non è presunta tolleranza, scetticismo o altro.
    E’ sfiducia nell’utilizzo dello strumento dell’azione giudiziaria, ipotizzando, tra l’altro, a carico dell’ex presidente ipotesi di reato puramente ideologiche (i reati di istigazione e apologia non fanno altro che reprimere forme di pensiero non grate all’establishment).
    Per quanto no sia d’accordo e condanni le parole di Cossiga, trovo molto peggio utilizzare l’armamentario repressivo del codice Rocco per cercare di tappargli la bocca.

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