Di queste guide, ce ne sono due versioni: una in italiano e un’altra in inglese (entrambi i link collegano a due file in formato pdf) e sono rilasciate con la medesima licenza, la Creative Commons. Si intitolano Decode Jerusalem e sono state scritte da due giovani, Bianca Elzenbaumer e Fabio Franz, che hanno studiato Bolzano per diventare operatori di pace internazionali e che dovevano partecipare a un master per futuri mediatori in aree di conflitti organizzato dall’università di Bologna. Così, quando s’è trattato di scegliere dove trascorrere i due mesi di tirocinio, hanno puntato su Gerusalemme e hanno collaborato con l’associazione ICAHD (Israeli Committee Against House Demolitions). Una volta in loco hanno visitato località, scattato fotografie e raccolto informazioni condensandole in una pubblicazione che ha come impostazione di fondo quello del turismo responsabile e come pratica narrativa un percorso nei luoghi del conflitto arabo-palestinese. Peacelink pubblica agli autori una nutrita intervista realizzata da Giacomo Alessandroni. In cui si legge tra l’altro:
Visitare Gerusalemme senza una guida che ti permetta di scovare nella quotidianità i segni dell’occupazione è rischioso nel senso che si corre il pericolo di tornare a casa propria senza aver avuto la possibilità di riflettere su uno dei conflitti più discussi/studiati/seguiti/controversi (e l’elenco potrebbe continuare) della scena geopolitica degli ultimi sessant’anni.