Macchie d’olio, d’intolleranza e delazione

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Marco Grazia ha ragione quando scrive che il modello Treviso si espande. E lo fa citando l’esempio di Azzano Decimo, di cui si può leggere qui: in sostanza si dice che gli stranieri che chiederanno sussidi sociali se li vedranno erogati “per il tempo necessario a coprire l’iter connesso alla revoca del permesso di soggiorno” con annessa segnalazione in questura e prefettura. E questa ordinanza che effetto dovrebbe avere se non inabissare ulteriormente i problemi di una parte dei cittadini con certe ripercussioni su ognuna delle componenti sociali?

In merito invece alla questione dei 162 docenti universitari di presunta appartenenza alla comunità ebraica, una segnalazione la merita l’articolo Dell’arte di compilare liste di proscrizione come preludio al fascismo del terzo millennio firmato da Girolamo De Michele:

Chi compila, insomma, sfoga il proprio rancore politico, e forse avanza una richiesta di attenzione verso i prossimi padroni in cerca di obbedienti e servili esecutori; insinua sospetto e minaccia, sperando forse in un effetto d’insicurezza e precarietà psicologica e sociale nelle vittime della propria attività: ma soprattutto, inizia un inavvertito (dalla propria coscienza prima ancora che da altri) gioco all’apprendista stregone, i cui esiti sono, sul medio periodo, imprevedibili – il che non significa che non si presenterà qualcuno, prima o poi, a raccoglierne i frutti.

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