Sono trascorsi quarant’anni dal 1968 e le celebrazioni dell’anniversario stanno iniziando a vedersi. Una delle prime è contenuta nel numero di febbraio del mensile Il Giudizio Universale che pubblica uno speciale, Il ’68 visto dai trentenni:
Quarant’anni dopo, il Sessantotto giudicato da chi non era ancora nato. Ascanio Celestini: gli slogan dell’epoca (e gli spot di oggi). E ancora: il libretto rosso di Mao, la canzone Contessa di Pietrangeli, il giornale liceale la Zanzara, i fumetti rivoluzionari di Valentina e Mafalda, L’uomo a una dimensione di Marcuse, il film collettivo Amore e rabbia, i volantini degli universitari davanti alle fabbriche, le armi improprie dei servizi d’ordine.
Un tentativo di raccontare quell’anno – come accaduto per il 1977 per esempio qui – sì dal punto di vista dell’entrante tensione che sarebbe cresciuta drammaticamente per tutto il decennio successivo. Ma anche di recuperare ciò che terroristico non era, pur nella sua forte connotazione politica, e capire cosa poi sarebbe rimasto.