La fantascienza indiana: un lungo articolo, Udankhatola Redux, pubblicato da Tehelka.com, traccia due secoli di storia di un genere che nel subcontinente asiatico pare stia prendendo sempre più piede. Descritta come molto più ancorata alla realtà scientifica e tecnologica rispetto a quella occidentale, qui la fantascienza, secondo MH Srinarahari, segretario generale dell’Indian Association for Science Fiction Studies (IASFS), avrebbe principalmente uno scopo:
It should have a social purpose. If a writer is speaking of an imaginary world or change in his environ, how can he cope with it? Reading about it will educate a person. There has to be a mission.
Visione interessante, che in fondo è molto simile a quella di molta della migliore fantascienza prodotta in occidente (penso a “L’ombra dello scorpione” di King)