Attenzione, questo autore provoca dipendenza – e da queste parti se ne sa qualcosa – perché i libri di Danilo Arona sono un percorso verso l’ignoto, un orrore che non sempre è tale e che è difficile da catalogare, un mosaico che sembra non avere forma e poi all’improvviso si compone. Quelli che ho letto sono sempre stati un viaggio in dimensioni che si intersecano, con un io narrante del quale mai si comprende a pieno quanto attinga dal mondo reale e quanto invece provenga da quello della fantasia. Per questo, non si può non segnalare l’uscita di Finis Terrae nella collana Segretessimo (1531 il numero del volume) dalla cui quarta di copertina si legge:
Che legame c’è tra un disastro aereo sopra Bassavilla, Italia del Nord, e un macabro omicidio perpetrato sull’ultimo promontorio della costa lusitana? Quale logica connette la mostruosa strage di donne di Ciudad Juàrez, Messico, con un misterioso gruppo egiziano chiamato Fratelli di Sekhmeth? Perché un’antropologa dell’Università di Lisbona è in cima alla lista di eliminazione del gotha della mafia messicana? Sono solo alcuni dei sanguinosi enigmi nei quali si trova immerso Carlos Quintana, funzionario della polizia criminale portoghese. In bilico fra crimine organizzato, esoterismo fondamentalista e la spada di Damocle di un armageddon biologico, il conto alla rovescia verso “la fine dei giorni” potrebbe essere già cominciato.
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