Nate forse in contesti non proprio scientifici, le Psy ops comprendono anche la musica per condizionare i prigionieri di guerra, come per esempio accaduto nella black prison di Kabul. In proposito, nei giorni scorsi č arrivata una presa di posizione da parte della Society for Ethnomusicology. Intitolata Position Statement on Torture, contiene tre punti che costituiscono il fulcro della pubblica esternazione:
calls for full disclosure of U.S. government-sanctioned and funded programs that design the means of delivering music as torture; condemns the use of music as an instrument of torture; and demands that the United States government and its agencies cease using music as an instrument of physical and psychological torture.
Per approfondire: Ethnomusicologists against music as torture di David Pescovitz e Capre di guerra di Jon Ronson.