È un po’ non si parla di storie nere, ma mica sono dimenticate. Anzi. Per il momento, in attesa di successivi sviluppi, impiego qualche riga per un libro concentrato su una storia nerissima: il ritorno dei morti viventi. Il volume si intitola Manuale per sopravvivere agli zombi e, per cominciare, non è un romanzo, ma una sequenza di istruzioni su come non soccombere in caso di invasione. L’autore, Max Brooks, figlio di Mel Brooks e di Anne Bancroft, è un esperto in argomento avendo fatto seguire a questo libro World War Z: An Oral History of the Zombie War (su Amazon.co.uk) per il quale sono stati acquisiti i diritti cinematografici.
Tornando al manuale, in trecento pagine si trovano tutte le informazioni più importanti relative ai trasformati: notizie scientifiche sul solanum, il virus che provoca il risveglio dopo la morte; dettagli sulla fisiologia dei bestioni e sul loro comportamento; indagini sulle capacità di apprendimento e su esperimenti educativi che sono stati tentati. Ma anche dati utili sulle diverse tipologie di armi e sulla loro efficacia in caso di attacco ravvicinato o a distanza, modalità di evacuazione di una zona a seconda dell’intensità dell’assedio (Brooks individua quattro fasce e l’ultima corrisponde all’apocalisse: giunti a questo stadio, si deve già essere scappati oppure tocca rassegnarsi a diventare carne da macello) e analisi dei territori più indicati presso cui rifugiarsi.
Non mancano poi stime sull’arco temporale necessario perché l’invasione inizi ad attenuarsi: si consiglia di non far partire una squadra in missione esplorativa prima che siano trascorsi vent’anni, periodo sufficiente a che le generazioni successive alla prima inizino a morire una volta per tutte. E il manuale si va chiudendo con i casi nella storia dell’uomo in cui gli zombi si sono manifestati dando prova del loro eccezionale appetito: la prima volta accadde nel 60.000 a. C. a Katanga, in Africa Centrale, mentre l’ultima, in base alle informazioni disponibili, nel 2002 d. C. a Saint Thomas (Isole Vergini).
Geniale è un buon termine per definire il libro di Max Brooks, che si congeda suggerendo come compilare un diario degli attacchi, indispensabile nelle attività di sorveglianza della propria roccaforte. Peccato per la postfazione di Niccolò Ammaniti, del tutto sotto tono rispetto al libro (e rispetto anche a se stesso). E grazie a Carlo per avermi regalato il manuale.
Ma come si puo avere questo libro?
Purtroppo non esiste una versione elettronica. Sul sito dell’editore, Einaudi, all’indirizzo della scheda, c’è la possibilità di ordinarlo.
L’ho letto quest’estate e ne sono rimasto soddisfatto,divertente ed esaustivo,lo consiglio a tutti gli appassionati del genere horror.
PS. Sapete se Einaudi ha intenzione di pubblicare anche “World War Z: An Oral History of the Zombie War”?
Saluti,Antonio
Ciao Antonio, è quello che sto cercando di sapere anche io. Si parlava di una traduzione a fine anno – inizio del prossimo, ma ancora non c’è nulla di certo, almeno in base alle informazioni che ho. Dato però che nel 2008 uscirà la trasposizione cinematografica di “The War Z” (vedi qui) è probabile che a ruota arrivi anche il romanzo.
Ho letto su http://www.imdb.com che il film è in pre-production e stanno ancora scrivendo la sceneggiatura,prova a dare un’occhiata ^__^
Comunque mi piacerebbe leggere prima il libro del film,di solito le trasposizioni non sono quasi mai all’altezza ..
ps. sei amante del genere horror/zombi per caso? :)
Ps.
Production Notes/Status:
Status:Announced
Comments:J. Michael Straczynski is currently writing the script
Antonio, sì, è un genere che mi piace. Sullo stesso argomento, c’è un bel romanzo che è uscito qualche mese fa: < http://mangialibri.com/?q=node/748“>Zombie Island di David Wellington. Personalmente l’ho trovato buono: ritmo costante e qualche idea nuova rispetto a quanto letto finora.
Proprio di quel romanzo me ne hanno parlato maluccio…
Invece mi è stato consigliato “il libro dei morti viventi” di Stephen King,Bompiani del 2000…
Qui ne parlano:
http://www.internetbookshop.it/code/9788845245725//libro-dei-morti.html
Del libro di Wellington ti posso dire che alcune descrizioni sono troppo lunghe e che c’è qualche scartamento verso il barocco, più che verso il gotico, in particolare avvicinandosi alla fine. Ma è un buon romanzo, a mio avviso, e introduce la questione somala – e delle zone di guerra – dal punto di vista politico in modo intelligente.
King invece è un grande maestro, soprattutto per alcuni romanzi (Le notti di Salem, Shining, Carrie per citarne alcuni). Quel libro l’ho letto: essendo una raccolta di racconti anche di altri autori, non tutti a me sono piaciuti. Nel complesso comunque vale. Sempre secondo me :)
se hai notizie di “world war z” in italiano mi fai sapere? ^___^
zieee
è uscito!!
Oh, grazie mille per l’informazione. Me lo procurerò quanto prima :)