Google ricerca ‘lobbysti per influenzare i governi nazionali a riformare la loro legge sul copyright’. La mossa, tramite un annuncio sull’Economist, risale al 24 giugno, ma è stata resa nota alla Buchmesse di Francoforte dove la società americana spinge il suo ‘Book Search’. Google ribadisce che il suo fine ‘è promuovere la cultura e il libro’ e che ‘il rispetto del copyright è essenziale’, ma l’Associazione italiana editori si dice preoccupata.
A parte le questioni che il lancio d’agenzia non chiarisce (anzi, confonde), la notizia porta con sé alcune domande: come intende Google riformare il diritto d’autore? Intende ridurre il periodo di durata di settant’anni dalla morte dell’autore? Intende promuovere il copyleft e le licenze Creative Commons? Oppure semplicemente cerca una deregolamentazione non meglio pensata (o voluta) che gli consenta di fare business attraverso il Book Search?