Centoundici colpi: la storia di Bagnara di Romagna

Standard
Spread the love

Immagine di Pensiero rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.0Tempo addietro, mentre mi stavo occupando di una storia che sfiorava in qualche punto quella della Uno Bianca, mi sono per caso imbattuta in una vicenda che risale al novembre del 1988 e di cui stranamente si è persa quasi completamente memoria. Si tratta della strage dei carabinieri di Bagnara di Romagna, comune al di là del fiume Santerno di 1.800 persone in provincia di Ravenna. Guidato in quegli anni da una giunta composta da PCI e PSI, è nella cittadina vicina a questo piccolo centro di provincia – Forlì – che il 16 aprile 1988 viene assassinato dalla Brigate Rossa Roberto Ruffilli, consigliere per i problemi istituzionali dell’allora presidente del consiglio Ciriaco De Mita.

Ed è per questo che la strage dei carabinieri fa pensare in un primo momento al terrorismo. Tuttavia questa pista viene scartata quasi subito a favore di quella malavitosa, altrettanto velocemente abbandonata. Ma che accadde a Bagnara di Romagna il 16 novembre 1988? Alle 12.20 di quel giorno, alla stazione dei carabinieri di Lugo di Romagna giunge la telefonata di un civile: nella caserma di Bagnara qualcuno sta sparando. Dieci minuti dopo i militari del vicino comune sono sul posto e alle 12.40 giunge l’ambulanza mentre in zona si portano elicotteri, pattuglie e ufficiali che arrivano da Faenza, Ravenna e Bologna.

Per entrare le forze dell’ordine utilizzano la porta laterale: quella principale è chiusa dall’interno e quella di lato invece è stata aperta dalla moglie del comandante della stazione quando, alle 12.15, si era precipitata fuori dall’edificio di via Garibaldi qualche secondo dopo l’inizio della sparatoria. Una furia, quella che si stava scatenando all’interno. Tanto che dall’ufficio del comandante fuoriescono nove colpi sparati ad altezza d’uomo da una mitraglietta M12 in dotazione ai carabinieri. Uno dei proiettili raggiunge il finestrino posteriore di un’auto di passaggio, una Fiat 126 che appartiene al postino del paese, Martino Zardi, che blocca la vettura, scende, va verso l’ingresso della caserma e invoca aiuto.

Una volta dentro, carabinieri e soccorritori scoprono un mattatoio: i cadaveri sono cinque, quattro dei quali crivellati di proiettili. Solo uno, il quinto, presenta a una prima ricognizione un’unica ferita alla tempia destra, provocata da un colpo esploso a distanza ravvicinata e proveniente da una pistola, probabilmente una Beretta d’ordinanza. Le vittime sono i militari in servizio nella stazione romagnola. Si tratta del brigadiere Luigi Chianese, il comandante, 30 anni, nato a Minturno (Latina) e sposato con due figlie. Era arrivato a Bagnara di Romagna nell’agosto 1987. Poi c’è Angelo Quaglia, 27 anni, carabiniere scelto, nato a Controguerra (Teramo), celibe, che è in servizio qui da sei anni ed è rientrato da due giorni da una licenza. Paolo Camesasca di anni ne ha 21 anni, è nato a Giussano (Milano), e presta servizio in Romagna dal maggio 1988. Altra vittima è Daniele Fabbri, 20 anni, carabiniere ausiliario, nato a Cesena, trasferito a Bagnara nell’agosto 1987 dopo il corso. Infine viene rinvenuto il corpo dell’unico militare che ha una sola ferita: è Antonio Mantella, 31 anni, penultimo di cinque figli, se ne va nel 1981 da Vibo Valentia per raggiungere la Romagna, dove vive già il fratello, Nicola, carabiniere che comanda la stazione di Sant’Agata sul Santerno (Ravenna). Qui si arruola, si sposa e ha due figlie, rispettivamente di due anni e di pochi mesi. Al tempo dei fatti è un carabiniere scelto e sta alla stazione di Bagnara da tre anni.

Alla strage scampa solo il carabiniere scelto Alessandro Trombin, 25 anni, tre di servizio a Bagnara. Quel giorno era in licenza e si trovava nel paese natale, Gavello (Rovigo). Appena dopo l’identificazione delle vittime, viene contattato e richiamato a Bagnara dal comandante della stazione di Cerignano.

Subito si cerca di capire che è accaduto. Mentre a Roma il ministro dell’interno Antonio Gava si ritrova immediate sollecitazioni da parte dei comunisti Pecchioli e Imposimato e dal capogruppo del MSI Filetti, in loco, tralasciate le ipotesi legate al brigatismo e alla criminalità organizzata, si inizia a parlare di «raptus», di «dramma della follia»: Antonio Mantella, il militare con l’unico colpo alla testa, sarebbe «impazzito» e avrebbe massacrato i colleghi togliendosi poi la vita. E allora l’obiettivo successivo è la ricostruzione di ciò che è accaduto quella mattina.

Intorno alle 8 del 16 novembre 1988, Mantella e Daniele Fabbri prendono servizio davanti alla banca del paese, il Credito Romagnolo di piazza della Repubblica, e devono restare lì fino alle 13. Li vede l’allora sindaco, Ludovico Muccinelli, che non sembra notare niente di strano. Di fatto, da ciò che viene accertato, alle 12 ricevono una chiamata dal comandante, Chianese, perché rientrino. Il motivo dell’ordine invece non si conosce. Sulla via del ritorno, Mantella e Fabbri si fermano per la spesa, chiacchierano con la fornaia e con il vigile urbano: parlano di calcio e Mantella commenta le gesta della Juventus e scherza invece sulle disavventure di Bologna e Cesena. Intanto due operai dell’Amiu, l’azienda rifiuti di Imola, si rivolgono ai due militari per denunciare un piccolo furto: è stato forzato il loro furgone e rubate un paio di tute da lavoro. Ma viene detto loro di rivolgersi alla stazione di Mordano. «Noi abbiamo da fare, ci ha chiamati il comandante», avrebbero ribattuto alla coppia di operai. Quella mattina, mentre Mantella e Fabbri sono davanti alla banca, in caserma passa anche un dipendente comunale per portare una richiesta di permesso per una gara ciclistica e parla con Chianese, Quaglia e Camesasca. Sembra tutto a posto.

Ma manca poco a mezzogiorno e mezzo quando scoppia il finimondo. E c’è chi ha iniziato a dire che forse non tutto era a posto, in quella caserma, che Mantella era «roso da una sofferenza interiore», come si legge sui giornali dell’epoca. Mentre si comincia timidamente a insinuare che il carabiniere scelto fosse esageratamente geloso della moglie o avesse avuto attriti con Chianese o ancora che fosse tormentato da telefonate anonime, il parroco di Bagnara di Romagna, don Francesco Borrello, avrebbe detto a Repubblica che «qualcosa so, ma tacerò». Nei giorni successivi smentirà di aver fatto un’affermazione del genere e di essere a conoscenza di qualsiasi elemento che possa far luce sulla vicenda. Intanto quella mattina tre ragazzi sono in piazza Marconi in bicicletta e un quattordicenne dice di aver sentito parlare dell’«opera di una persona portata in caserma per un controllo». Ma non ci si capisce nulla: i familiari di Mantella smentiscono storie legate a depressione, aggressività o gelosia. Un ufficiale anonimo, parlando con un giornalista, accenna a una «causa improvvisa e gravissima». E sono in tanti in paese a giurare che tra quei carabinieri c’era armonia. Tanto che la sera prima della strage sarebbero usciti tutti insieme a cena e, a detta di chi li aveva incontrati, il clima era gioviale e disteso.

L’autopsia, secondo la versione ufficiale fornita, viene eseguita il giorno dopo da un medico legale di Ferrara e da uno di Ravenna. Si accerta che sono stati esplosi 96 colpi di mitra e 15 di pistola, 111 in tutto. Dalle prime indagini, emerge che Mantella avrebbe usato tre mitragliette M12 scaricando i caricatori contro Chianese, Fabbri e Camesasca. Prima una sventagliata verso l’alto e poi un’altra verso il basso. Poi si scaglia contro Quaglia. Prende quindi la sua pistola e spara quindici colpi al colleghi. Infine metterebbe i mitra e la pistola sulla scrivania del comandante e afferrerebbe la pistola di Camesasca per spararsi dato che la sua si è scaricata.

Questa in sostanza la vicenda di Bagnara di Romagna, così come ricostruita da chi indagò all’epoca. Prossimamente tornerò a parlarne perché, di fatto, la storia non si conclude con i funerali, celebrati due giorni dopo il massacro. Ci sono altre vicende che si intrecciano con essa. Vicende che tratteggiano un periodo travagliato, ben lontano dall’immagine di tranquillità che la provincia romagnola infonde in chi la visita. Da sottolineare fin da subito che del destino di quei cinque carabinieri si parlò pochissimo: nel giro di qualche giorno, i riferimenti alla storia si fanno flebili, le indagini si cristalizzano sull’omicidio-suicidio, i giornali passano ad altre vicende. I familiari delle vittime, tra cui il fratello di Luigi Chianese, Giuseppe, denunciano il fatto che gli inquirenti «si sono chiusi a riccio e non dicono più nulla». Mentre Nicola Mantella, fratello di Antonio, continua a porsi domande e a rifiutare la versione ufficiale.

349 thoughts on “Centoundici colpi: la storia di Bagnara di Romagna

  1. sono un brigadiere dell arma.mi sono arruolato nell’89.Un giorno un mio istruttore della scuola allievi, un vecchio maresciallo mi disse:…ma tu che ne sai di bagnara di romagna?io risposi…ciò che ho letto sui giornali, ovvero che il collega è impazzito…
    Lui rispose…prova a chiederti chi era il famoso politico che quella mattina è stato casualmente fermato in macchina in compagnia di quella persona che rappresentava l’antistato e che venne segnata sul foglio di servizio…che poi è scomparso….
    e come mai…anche se il personale era in ambienti diversi nessuno ha articolato anche una minima reazione….
    Vorrei tanto capirci qualcosa….
    perchè questa storia è stata dimenticata da tutti?

  2. luigi

    A parte la ricostruzione a dir poco approssimativa fatta dagli inquirenti,io mi chiedo come puo’ un solo uomo togliere dalle mani dei colleghi le armi e sparare..Un altra cosa,l’M12 non è un arma individuale,ma in dotazione alla Caserma,come mai ne erano in giro tre,non dovevano essere custodite o chiuse?MAH!

  3. edoardo

    ciao luigi.Descrizione sommaria a parte, quando il Sismi entra in gioco, 2+2 fa 5, ovvero le carte cambiano. Per rispondere al quesito sulle armi di reparto, giova che tu sappia che le armi in questione sono custodite in due diverse locazioni. Alcune PM12, nel numero di 3 o 4 per le piccole caserme come quella in questione sono in una piccola cassaforte nella stanza del “militare di servizio alla caserma”.Le stesse dispongono per ciascuna di almeno 3 caricatori da 32 colpi e sono pronte all’uso, basta inserire il caricatore e armare. La combinazione dell cassaforte è nota a tutto il personale che presta servizio nello specifico comando.
    Le altre armi 2lunghe”,sempre di tipo automatico, sono custodite nell armeria del reparto, e la chiave della stessa è custodita in un altra cassaforte nell ufficio del comandante, la cui combinazione è nota solo a lui o al suo vice. A volte questa cassaforte è di tipo antiquato e funziona ancora con la chiave e la serratura.Spero di aver fatto luce sui tuoi dubbi.Edoardo.

  4. Etrusco

    Ciao Antonella…. ciao Edoardo…. conoscevo bene sia Mantella, sia Quaglia che Chianese e, all’ epoca dei fatti, facevo servizio a Bologna e risiedevo vicino a Bagnara… sai bene che la pattuglia al momento del rientro in caserma aveva un solo M/12 e la borsetta contiene tre caricatori…. quindi non potevano esserci tre M/12 sulla scrivania anche per i motivi che tu hai accennato.
    E’ vero, come dice Antonella, che le voci di paese riferivano di gelosia morbosa di Mantella nei confronti della moglie… ma…. mia opinione… i motivi sono da ricercare in fatti avvenuti poco tempo prima in quel di Alfonsine,,, quando perse la vita il Car. aus. Minguzzi e poi il Car. Vetrano….. e Mantella faceva servizio in quella stazione.

  5. Fiamma

    Ciao.Prima di tutto mi dispiace per ciò che è accaduto ai vostri colleghi.Posso immaginare il dolore della famiglia e degli amici/colleghi.
    Spero che un giorno la verità su quanto sia accaduto venga fuori.
    Perchè non è giusto che quanto sia successo rimanga un fatto irrisolto.

    Un caloroso saluto a tutti e Nei Secoli Fedele.
    Aspirante Carabiniere Stefania T.

    Chi volesse contattarmi può farlo attraverso il mio indirizzo e-mail:Fedelissima06@libero.it.

  6. linda

    nn sono un cc ma frequendo la caserma del mio paese è sò quando sia difficile e pericoloso il mestiere del carabbiniere…. nn sò cosa sia successo nella caserma di cui parlate so solo ke mi dispiace tantissimo, x la sofferenza ke provano le persone ke amavano e stimavano questi angeli in divisa, se dovesse succedere qualcosa agli angeli della caserma dove vivo ne morirei quindi riesco a capire i parenti e i colleghi di questi carabbinieri………. sempre fedele all’arma dei cc linda

  7. linda

    scusate x l’errore madornale scrivere carabiniere cn 2 b ma la storia ke ho letto mi ha sconvolta un po più del dovuto,xkè mentre leggevo mi sn venute in mente tt quelle xsone ke dicono ke i cc nn fanno un czz ….. nn capisco cosa pretende la gente da questi poveri militari oltre a riskiare la vita ogni giorno x salvaguardare la nostra ke dovrebbero fare?

  8. Marmosso

    Scusate se mi intrometto ma, se “l’omicida-suicida” avesse realmente premeditato tutto, come avrebbe potuto prevedere il ritorno in caserma voluto dal Comandante un’ora prima del termine del servizio? perchè il comandante richiama i due? è possibile che nessuno di loro abbia avuto il tempo di rispondere al fuoco o di fuggire? perchè non si è diffusa la motivazione della strage? se si trattasse di un vero raptus di pazzia come lo si può giustificare? certamente ci sono delle pazze ragioni per non far trasparire una verità che ridarebbe credito e giustizia a degli uomini che sono stati sempre fedeli allo Stato….

  9. Etrusco

    Ciao a tutti… ringrazio Fiamma e Linda per la solidarietà e…. Mario per la fiducia… e a lui chiedo: Forse stava aspettando la punizione per lo smarrimento di una paletta??? O forse è stato richiamato dal Brig Chianese per aver fatto la spesa durante il suo ultimo turno di servizio??? Non giustifica la strage.
    Mario, aiutami a capire… Forse Mantella era stato informato di essere stato indagato per i fatti di Alfonsine??? Ciò è plausibile.
    E intanto resta tutto secretato………..

  10. Marco

    Con il vecchio comandante, il Mantella aveva le mani in pasta da per tutto, forse gestiva o copriva qualche cosa, che va al dilà delle nostre immaginazioni.
    Quando il nuovo comandante l’ha scoperto, ha pensato bene di eliminare i presenti, con le eventuali prove all’interno della caserma, infatti il colpo finale, è stato udito, molto dopo delle raffiche di mitraglietta, ma sopratutto non ci dimentichiamo che ha provato anche ad eliminare la moglie e le figlie del comandante, sparandogli dalla vetrata della caserma!
    Quindi questo non è assolutamente un Raptus, in quanto a seguito di un forte rumore, come l’epslosione di alcuni colpi, dico alcuni “perché bastano alcuni copli” per far ritornare in sé la persona, non come ha fatto lui, andando tranquillamente a prendere le altre mitragliette nell’armeria!

  11. marmosso

    ribadisco un concetto a mio avviso fondamentale, è difficile uccidere più persone armate senza che almeno una di queste non riesca, anche minimamente a sparare almenno un colpo. Infatti sembra anche che i corpi erano dislocati in maniera sparsa. poi, perchè sparare alla moglie e al figlio del maresciallo se poi avrebbe avuto l’idea di farla finita? forse chi a sparato alla moglie del marescialo aveva lo scopo di non far guardare verso la finestra? infine se fosse come già detto in altre circostanze, se il maresciallo doveva notificare cose “sgradevoli” al mantella, sicuramente erano ancora di più sul chi va la, quindi era molto difficile farsi prendere impreparati e farsi uccidere tutti nello stesso momento. mentre, se gli stessi erano sotto la minaccia delle armi e, obbligati a richiamere gli altri, possono essere stati uccisi senza la minima reazione e poi giustiziare il montella per attribuire a lui tutta la colpa e chiudere il caso come un atto di pazzia da parte di un carabiniere.

  12. Marco

    marmosso, diciamo che, i carabinieri periti in quella triste circostanza gli hanno trovati, in modo da poter schivare quanto possibile le pallottole, addirittura uno è stato trovato riverso sopra il Mar. Chianese per proteggerlo dalla pioggia di fuoco, facendo scudo con il suo corpo!!!

  13. Ray

    premetto: parlo a nome di un altra persona (che chiamerò la “fonte”) che non può parlare e non può esporsi in prima persona perchè si trova in una posizione delicata…vi chiedo di prendere le cose con le molle perchè quello che lui mi ha detto mi ha sconvolto abbastanza e non so fino a che punto crederci.
    a detta della “fonte” tutto è nato dal fermo casuale di un politico, molto noto, in compagnia del quale c’era una persona che rappresentava l’antistato e che non sarebbe dovuta essere li, e l’auto non sarebb dovuta essere fermata.
    i carabinieri fanno il controllo, scrivono i nomi e i relativi dati sul foglio di servizio e poi lasciano andare.
    la “fonte” afferma che il comandante della stazione abbia ricevuto una telefonata da qualcuno molto potente.
    il comandante richiama i due carabinieri fuori in servizio e dice loro di rientrare che è cosa urgente.
    la “fonte” afferma inoltre che in caserma al momento del rientro non vi fossero solo i carabinieri ma anche un altra persona.
    mantella e questo tizio si conoscono perchè a detta della “fonte” il mantella ha fatto dei lavori per i servivi.
    il perchè della strage?
    la “fonte”dice che si poteva evitare, ma per seguire la strategia della tensione e tenerla alta si doveva fare.
    ora, che il mantella abbia effettivamente sparato o meno ai suoi colleghi non è dato saperlo, di certo secondo lui, alla fine non si è sparato da solo.**
    poi c’è la raffica che esce dalla caserma. il postino che da l’allarme e tutto il mondo arriva sul posto.
    guarda caso ci sono anche quelli del sismi, con mancini in testa. e sono loro i primi ad entrare e saranno loro i primi a perquisire il comando, incuranti della strage, perchè devono impossessarsi di un documento importante o forse più di uno.
    e quando se ne vanno tra gli agenti del sismi ne risulta uno in più.
    la “fonte” afferma di esserne certa perchè all’epoca era presente.
    non posso dire altro perchè altro non so.

    **
    questa è la storia di un lagunare-assalitore della Val di Susa.
    Circa 3 anni fa Questo tizio , descritto da
    amici e parenti come un uomo mite e gentile, un giorno, forse preso dal rimorso, si presenta dai giudici di Torino confessando
    di aver compiuto numerosi omicidi rimasti insoluti, infinite rapine per conto del SISMI. Partono le prime verifiche e si comincia a capire che il soggetto non è un mitomane. Verrà trovato morto “suicidato” con un colpo alla testa nel bagno del tribunale di Torino durante una udienza.

  14. marmosso

    il perchè della strage?
    la “fonte”dice che si poteva evitare, ma per seguire la strategia della tensione e tenerla alta si doveva fare.

    riprendo questa frase di Ray per esprimere un lieve dubbio…
    la strategia della tensione, se non erro, c’è qualora ci fosse una rivendicazione, non quando si attribuisce il gesto ad un raptus. infatti la tensione aumenta con il continuare di attacchi, mentre un fatto isolato, anche se eclatante, attribuibile ad un momento di pura follia come si vuol far credere, non produce tensione. Quindi o è andata così come è stato riportato lasciando qualche insignificante particolare di carattere personale oppure non si voleva creare tensione proprio per la gravità di una situazione “particolare”

  15. etrusco

    Mantella ha sparato con un solo M/12 utilizzando i soli tre caricatori per un totale di 96 colpi, poi ha usato la pistola d’ ordinanza del brigadiere scaricando l’ intero caricatore da 15 colpi e per ultimo la sua pistola sparandosi un colpo… questa è la versione ufficiale.
    E’ vero come dice Marmosso che un Carabiniere era sopra Chianese mentre Quaglia era disteso a terra tra l’ ufficio ed il piccolo archivio….. Mantella invece, dopo aver bloccato dall’ interno l’ ingresso dell’ alloggio di servizio con una damigiana, si trovava disteso sul pavimento della piccola sala d’ attesa, davanti alle scale che conducono alle camerate….

  16. marmosso

    Forse bisognava distogliere l’attenzione dala banda della uno bianca pilotata dai S.S.D.

  17. marmosso

    o forse bisognava dare un segnale forte a tutti i partecipanti che non si sarebbero tollerate gole profonde o tentennamenti nella organizzazione creatasi in emilia romagna nei periodi precedenti…

  18. krauten

    scusate se mi intrometto nei vostri dialoghi,ma mi sembra che la fantasia vola alta, volete per forza,sensa nessun nesso logico,far apparire cose misteriose dove mistero non c’è. è tipico. Io in quegli anni ero li, e so che aria tirava. Voler collegare questo tristissimo episodio con la uno bianca o con depistaggi vari dei ssd è pura fantascienza. D’altronte sono i giornalisti che ci gongolano con queste cose.Ho letto quello che ha scritto la giornalista sulla uno bianca. Mamma mia quante inesattezze e quante stupidagini.Quante congetture forzate.L’unica cosa certa sono stati tutti quei poveri morti e feriti

  19. luce

    salve sono la figlia di mantella,spesso leggo tutte le cose che si dicono,tutti che dicono di sapere,di conoscere ecc,ma in realtà nessuno sa niente,sono anni che cerco di conoscere la verità ma tutti nascondono qualcosa se ammesso e non concesso che sia stato mio padre cosa ci sarebbe da nascondere?tante supposizioni e sospetti penso abbiano un fondo di verità…

  20. marmosso

    Grazie Luce, penso che quando molte persone riflettono su un fatto avvenuto e si pongono delle domande significa che qualcosa non torna e, visti tutti gli avvenimenti accaduti in Italia, che non hanno avuto risposte, ma solo domande, considero più importanti le domande della gente piuttosto che le risposte ufficiali, perchè la fiducia verso chi non è trasparente è in una fase di profondo declino.

  21. luce

    marmosso sono daccordo con te mi riferivo a quelle persone che dicono di sapere e conoscere e che poi non parlano o a quelle persone che dicono che non bisogna fare supposizioni perchè i fatti sono quelli,secondo un mio parere mio padre è morto senza sapere nemmeno il perchè.. la sfortuna per lo più ha voluto che tutta la colpa ricadesse su di lui e che venisse infangato il suo nome ingiustamente.

  22. marmosso

    Luce, nessuno meglio di te ha conosciuto tuo padre, lui è dentro di te, ricordalo sempre per come lo hai conosciuto, poichè quello è tuo padre, non quello che dicono che sia stato….. se sei così lo devi soprattutto a Lui, non deludere mai la Sua fiducia, sii sempre dalla sua parte perchè la vita riserva sempre delle sorprese..

  23. Marco

    Ciao, Luce, sicuramente tu non hai colpa per quello che ha fatto tuo padre, ma bisogna dire, che allo stato dei fatti, per colpa sua, tante persone, hanno sofferto, “figli, mogli, fratelli/sorelle dei colleghi di tuo padre”.
    Per loro, il tempo, si è fermato in quel maledettissimo giorno, non riuscendo a dare una spiegazione plausibile a quello che è successo.
    Io non provo rancore per quello che è successo, ma vorrei tanto sapere il perché!

  24. Massimo Maravalli

    Marco, scusa, se mi permetto..
    tu hai detto:

    Marco ha detto,

    il 18-07-2008 alle 10:59 am,

    Con il vecchio comandante, il Mantella aveva le mani in pasta da per tutto, forse gestiva o copriva qualche cosa, che va al dilà delle nostre immaginazioni.
    Quando il nuovo comandante l’ha scoperto, ha pensato bene di eliminare i presenti, con le eventuali prove all’interno della caserma, infatti il colpo finale, è stato udito, molto dopo delle raffiche di mitraglietta, ma sopratutto non ci dimentichiamo che ha provato anche ad eliminare la moglie e le figlie del comandante, sparandogli dalla vetrata della caserma!
    Quindi questo non è assolutamente un Raptus, in quanto a seguito di un forte rumore, come l’epslosione di alcuni colpi, dico alcuni “perché bastano alcuni copli” per far ritornare in sé la persona, non come ha fatto lui, andando tranquillamente a prendere le altre mitragliette nell’armeria!

    ora, da queste parole emerge un dato di fatto che tu reputi già acclarato. va bene ma la cosa più interessante è che tu parli come se sapessi. detto ciò, a me sembra che non si possa dire: “le mani in pasta da per tutto” senza conoscere o per lo meno avere delle fonti certe. Inoltre quì ci si pongono delle domande, come ad esempio come è possibile uccidere più persone senza che queste facciano una minima reazione, nonostante, come dici tu, sia stato soperto quindi già allarmati da una ipotetica reazione spropositata. E’ vero, a causa di questo evento si è generata tanta sofferenza ma ciò non toglie che non ci si possa porre delle domande anche per onor del vero. Quindi o chi ritiene certo ciò che dice lo porta a conoscenza di tutti in modo chiaro e preciso, cosa che non mi sembra tu abbia fatto finora, oppure chiunque si può porre altre domande sul perchè di queste affermazioni, continuando a rendere ancora più torbida una storia già abbastanza sporca…

  25. Marco

    Ciao Massimo,
    Io ho detto quelle cose, perché sono una persona che è stata coinvolta indirettamente in questa brutta vicenda, all’epoca ero piccolo, ma non così piccolo da non capire cosa era successo. Ascoltando i discorsi dei “Grandi” coinvolti direttamente, sono a conoscenza di alcune cose, ma non di tutto, altrimenti non sarebbe ancora un mistero, ma credo he ci sia qualche persona che sa, ma non dice nulla!

  26. Marco

    Io credo, che le autorità non abbiano fatto niente, per far emergere delle verità scomode.
    Ma altre, invece, hanno speculato, dicendo su questo forum un cumolo di cavolate, distogliendo le persone “che leggono questo forum” dal reale scopo di Antonella, cioè far emergere la nuda e cruda verità.

  27. Massimo Maravalli

    grazie Marco, credo che tu sia in buona fede, ma credo anche che ci siano molte contraddizioni nella versione ufficiale, cioè come se si trattasse di un film con una sceneggiatura ben fatta ma, naturalmente, è solo una mia impressione…

  28. luce

    caro marco io non ho mai detto di avere delle colpe e nemmeno me le sento e sono anche più che convinta che queste colpe non le abbia nemmeno mio padre dal momento che affermi così.nessuno è convinto della versione dei fatti altrimenti nessuno si poneva tante domande in merito alla vicenda. ripeto luoghi, situazioni e frangenti di tempo sono ricaduti su di lui ma sono convinta che è pura casualità perchè poteva trovarsi chiunque al posto di mio padre ad essere entrato per ultimo in caserma aver trovato quello scempio davanti a sè e venire ucciso per ultimo da un sol colpo proprio per far cadere le colpe su di lui!

  29. Marco

    Ciao Luce,
    io non sono nessuno per dire che è stato tuo padre “e spero come té che non sia stato lui”.
    Ma allora come spieghi, che il portone d’ingresso era chiuso dall’interno, le finestre, “essendo una Caserma”, sono bloccate dalle sbarre e l’altra porta, vi era posizionata una Grande damigiana “dall’interno” che non permetteva l’accesso o l’uscita di altre persone.
    Allo stesso tempo non è pensabile che una persona, uscendo poteva chiudere la porta e tirasi dietro una grossa damigiana.
    N.B. Attenzione, c’è anche un testimone oculare, che non ha visto entrare ne uscire da quella caserma nessuno, fino all’arrivo dei Carabinieri della Stazione Accanto.
    Quando questa persona si è affacciata alle finestre, per rendersi conto cosa stesse succedendo, in quella caserma di stava ancora sparando.
    Qualche colpo, è stato indirizzato anche verso questa persona!!!!!

  30. Marco

    Luce,
    io posso avanzare, anche un’altra ipotesi!
    Forse è stato COSTRETTO a fare, quello che ha fatto, per salvare Voi, “La sua Famiglia”.
    Il Ns. compito, è trovare quello Str….. o quegli Str….., che hanno costretto tuo padre, a fare una cosa del genere!!!!!
    In quel caso la posizione di tuo padre sarebbe differente!!!

  31. marmosso

    io credo che una persona possa essere usata come capro espiatorio per delle caratteristiche personali, proprio perchè può essere più credibile, ma credo anche che se avrebbero dovuto arrestarlo, (se questo è quello che si vuol far intendere) i suoi colleghi non si sarebbero fatti prendere alla sprovvista. Può essere che gli sia rimasto solo un colpo per suicidarsi? E’ possibile che qualcuno gli abbia fatto pagare il fatto di non sottostare a delle “regole”? Chissà, è difficilissimo darsi delle risposte ma è facilissimo appunto porsi delle domande, cosa potrebbe coprire un eventuale “segreto di Stato” ?

  32. Marco

    Marmosso, molte persone in questo forum, hanno dei legami personali, con questa storia.
    Tu che legami hai!

  33. marmosso

    niente legami, ma chi ha dei legami deve affermare cose appurabili, oppure i legami, come li chiami tu, non ti conferiscono il diritto di fare delle affermazioni buttando lì delle frasi che, fanno intuire delle cose ma non comprovano niente. chi ha dei legami con questa storia, sicuramente non parla….

  34. Massimo

    Salve a tutti non passa settimana (passo davanti alla stazione dei cc di Bagnara tutte le settimane) che non pensi sconcertato a quei giorni. Conoscevo Mantella, conoscevo Quaglia con i quali ho fatto diversi servizi assieme ed il ricordo di entrambi è di persone corrette e cordiali. Persone molto tranquille e pacate. Per questa ragione, nonostante siano passati ormai tanti anni, non ho ancora dato una spiegazione a quanto successo…
    Fatalità volle che andando a trovare alcuni ex colleghi (ero cc ausiliario) in una vicina stazione, il giorno prima del fatto, abbia proprio incontrato Quaglia. Tranquillo come sempre l’ho visto.
    E’ incredibile che il solo giorno successivo sia accaduto tutto ciò…

  35. Pablo

    Buonasera a tutti. Premetto che non ho legami con i carabinieri vittime della strage. L’unica cosa che posso vantare e’ il fatto di essere un abitante di Bagnara di Romagna. Difficile dire cosa sia successo: sicuramente giornali e tv all’epoca ricamarono alla grande sulla questione. Dalle domande fatte mi risulta che la gelosia del Mantella fosse una falsita’: mia madre ricorda una persona normale cosi’ come la moglie. Ricordo anche io il Mantella come una persona cordiale: mi sembra difficile pensarlo come autore della strage. Certo le stranezze non mancano: mio padre invece mi ha raccontato come le indagini siano state veloci. Cosi’ veloci che qualche giorno dopo la caserma fu ripulita e riverniciata per essere pronta ad accogliere altri militari. Cosa altro dire ? Sicuramente gli abitanti di Bagnara parlano malvolentieri della faccenda: quasi fosse una macchia da cancellare. Sembra accettata la tesi della follia. Io personalmente non mi sono fatto opinioni anche se, come voi, vorrei sapere la verita’………quella vera pero’.

  36. Massimo

    In tutta franchezza la teoria del complotto non mi convince affatto. La ritengo alla stregua delle tante leggende metropolitane, con tutti i distinguo del caso, ovviamente. Le indagini… tutti questi serial tv, RIS, CSI, ecc. a mio avviso distorcono molto dalla verità… In realtà non ho mai visto indagini approfondite nemmeno in altri casi… insomma non sono portato a credere che ci sia stato un insabbiamento ma forse, molto più semplicemente, la volontà di chiudere al più presto, forse frettolosamente, un evento tragico ed al tempo stesso imbarazzante per l’Arma. Mi ero già congedato l’anno precedente ma avendo ritenuto doveroso essere vicino ad ex colleghi mi sono ritrovato casualmente addirittura a dare una mano a caricare sui mezzi gli arredi colpiti dai proiettili.
    Mi spiace per i complottisti ma non c’erano agenti segreti.
    Forse si è trattato di un tragico incidente, del tutto inconsapevole, che con le armi può accadere pensando fosse scarico. L’M12 è un’arma molto rapida che, se carica, spara un caricatore in pochi secondi (9). Personalmente non ho contato i colpi sui mobili e sui muri ma a mio avviso non erano un centinaio (ho qualche dubbio in proposito) ma forse solo una trentina (32) che guarda caso è il numero di colpi che contiene un caricatore della mitraglietta. Il calibro 9 parabellum è devastante e più di cento colpi avrebbero demolito l’ufficio ve l’assicuro.
    Sono propenso a credere ad un tragico incidente. Ancora oggi non ho motivo di dubitare dell’integrità morale delle persone morte quel giorno. Tantomeno di colui che, a mio avviso casualmente, ha scatenato la sparatoria. Ritengo plausibile che dopo essersi reso conto del grave incidente abbia deciso di togliersi la vita.

    Quanto sopra potrà risultare banale ma vi assicuro che con le armi è veramente facile fare del casino. Anche senza volerlo. Esempi durante le esercitazioni di tiro ce ne sono a bizzeffe.

    Le ipotesi del complotto le vedo solo nei film e sulle capacità di organizzare i depistaggi da parte dei nostri servizi… bè ho delle perplessità.

  37. Pablo

    Personalmente non conosco l’uso delle armi anche se credo alle parole di Massimo a proposito della loro pericolosita’. Mi pare pero’ strano che un carabiniere possa essere cosi’ imprudente o inesperto da combinare un tale casino. La tesi del complotto non sta in piedi anche se un certo Marco Mancini quella mattina fu fra i primi ad arrivare: i miei genitori raccontano di persone in borghese che entravano ed uscivano indaffarati dalla caserma. Mio padre ricorda anche quell’ultimo sparo che pose fine alla carneficina. Quindi, come si dice in Romagna, la coperta e’ corta: se da una parte la tesi del complotto non regge, e’ difficile anche da sostenere la tesi dell’incidente. Non so proprio cosa pensare: l’unica certezza e’ quella che le indagini non hanno mai chiarito nulla (ammesso che siano mai arrivate a nulla…..). Faccio fatica anche a pensare a persone che sanno ma tacciono. Faccio fatica a credere alla teoria del personaggio di primo piano della vita politica fermato in compagnia di un personaggio dell’antistato (cosa si intende poi per antistato ?). Per farla breve: non so a cosa credere.

  38. Pablo

    A proposito: la caserma di Bagnara verra’ demolita e ricostruita in altro posto. La versione ufficiale parla di “edificio incompatibile con la connotazione storica delle mura del castello sforzesco”. In pratica e’ una costruzione postuma che mal si accompagna con le mura storiche. La versione ufficiosa (e che tutti i bagnaresi avallano) e’ che finalmente si vuole cancellare quell’ultimo ricordo scomodo della vicenda.Non c’entra nulla con l’argomento trattato ma mi pareva doveroso dirlo.

  39. Marco

    Ciao Pablo, anche la notizia più banale può essere preziosa, per Noi.
    Sicuramente, quella caserma raffigura una brutta macchia per quel bellisimo Luogo, e quindi non c’è cosa migliore per cancellare dalla mente dei locali quel brutto ricordo.
    Mi farebbe piacere ricevere qualche foto di quella caserma prima che venga demolita, perché il ricordo in mé è ancora molto forte, e farò del tutto per non dimenticare.

  40. luce

    caro marco dici di non aver fatto accuse,ma se precedentemente hai scritto: sicuramente tu non hai colpa per quello che ha fatto tuo padre,ma bisogna dire che allo stato dei fatti per colpa sua ecc… Questo è accusare altrimenti potevi dire: tu non hai colpa per quello che probabilmente sia accaduto… così non era un’accusa o sbaglio?poi il fatto dei legami scusami ma non l’ho capito…avrò quasi 25anni ma non afferro…se non sbaglio hai detto che all’epoca dei fatti eri piccolo ascoltavi i discorsi dei grandi…che legame hai tu?già in precedenza ho affermato che non escludo nessuna ipotesi,ammesso anche che sia stato mio padre, allora perchè la gente si dovrebbe porre ancora tante domande sull’accaduto?era pazzo ed ha sparato cosa c’è da domandarsi? la gente per porsi ancora domande significa che non crede alla versione ufficiale…

  41. luce

    vorrei rispondere anche a massimo,ancora non sono riuscita a capire cosa gestiva mio padre,in cosa avesse le mani,cosa compriva.. come fai ad affermare una cosa del genere se dici di averlo conosciuto,se lo conoscevi certe domande non le ponevi e la risposta già l’avresti avuta… aveva le mani in qualcosa,gestiva qualcosa, e il suo guadagno dov’era non penso che era così stupido da far qualcosa senza un torna conto personale…all’epoca i giornali scrivevano che era in un giro di droga e prostituzione…. io mi domando e chiedo, faceva tutto ciò per vivere in casa affitto,stringere la cinghia e non rimanere niente alla famiglia?noi non abbiamo avuto e non abbiamo assolutamente niente. vi rispondo a mio mal grado che a questo punto magari lo avesse fatto almeno noi vivevamo per tanti anni una vita agiata,invece di vedere mia madre spaccarsi la schiena per darci da mangiare e farci studiare…

Comments are closed.