Anche la memoria falciata dalla crisi: a Roma è a rischio chiusura il Museo storico della Liberazione di via Tasso

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Museo storico della Liberazione di Roma

La storia viene raccontata da Giacomo Russo Spena su Micromega Online e si intitola Se rischiamo di perdere la Memoria:

Rischia la chiusura. Per mancanza di fondi. Eppure è un patrimonio politico, storico e culturale per la nostra Memoria. Quasi 15mila visite solo nel 2013, tra cui moltissimi studenti. “Siamo in attesa che arrivino i soldi dal ministero dell’Istruzione, altrimenti sarà dura andare avanti”, è il grido d’allarme giunto dal Museo storico della Liberazione di Roma, a Via Tasso. Nel cuore della Capitale.

Istituito con la legge 227 del 14 aprile 1957, l’attuale stabile – di proprietà statale – venne utilizzato nei mesi dell’occupazione nazista di Roma (11 settembre 1943 – 4 giugno 1944) come carcere dal Comando della Polizia di sicurezza. Divenne tristemente famoso come luogo di reclusione e tortura da parte delle SS per oltre 2000 antifascisti, molti dei quali caddero poi fucilati a Forte Bravetta e alle Fosse Ardeatine. Le celle di detenzione, che allora occupavano l’intero edificio mentre adesso soltanto due dei quattro appartamenti destinati a museo, sono ancora come furono lasciate dai tedeschi in fuga. Ora sono dedicate alla memoria di coloro che vi furono detenuti, e ricordano le più drammatiche e significative vicende nazionali e romane dell’occupazione.

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Sul blog di Giuseppe Casarrubea la storia di Maria Adelaide Tucci in via Tasso

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Sul blog di Giuseppe Casarrubea si parlava nei giorni scorsi di via Tasso:

Ricorre domani [ieri, NdB] il 66° anniversario dell’arresto di Maria Adelaide Tucci, sposata Riccio, vivandiera e portalettere degli ufficiali della Regia Marina che hanno aderito al governo del maresciallo Badoglio, e che, pertanto, sono perseguitati dalle truppe tedesche a Roma. È il 18 febbraio 1944 quando le SS, guidate da Erich Priebke e seguite da due repubblichini, si presentano a casa della donna. Forzano la porta e irrompono nell’appartamento. Dopo poche ore la signora, appartenente alla borghesia di tradizione monarchica della capitale, è già in via Tasso al cospetto di Herbert Kappler.

Qui è sottoposta a vari interrogatori. I nazisti cercano “un taccuino nero zeppo di nomi, indirizzi e notizie sulla resistenza della Regia Marina a Roma e dintorni”. Non cavano, però, un ragno dal buco e così, dopo 56 giorni di prigionia, il 16 aprile 1944, “Milaide” è liberata grazie alla provvidenziale intercessione di Trude Zeiss, una tedesca amica della famiglia Riccio, ma anche di Herbert Kappler. Ecco in pdf il racconto della figlia Bianca, pubblicato dal quotidiano l’Unità il 13 maggio 1994:

Il racconto di Bianca Riccio 1
Il racconto di Bianca Riccio 2

Via Tasso, da Life. Per leggere il testo integrale della Memoria scritta da Maria Adelaide Riccio nel maggio 1970, clicca qui sotto:

Memoria di Maria Adelaide Riccio
Scheda su Tullio Riccio

Questi due documenti provengono dall’Archivio di famiglia di Alessandra Baduel, figlia di Bianca Riccio e nipote della signora Maria Adelaide Tucci in Riccio. Alessandra Baduel, che ringraziamo vivamente per il suo prezioso dono, è giornalista del quotidiano la Repubblica.

Quello di Casarrubea è un blog da seguire, per chi nutre passioni storico-politiche. Perché qui ne troverà di documentazione originale da poter consultare.