Brogli elettorali: i voti li ricontano i cittadini digitali

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Cittadini digitaliBella iniziativa, quella lanciata da Nicola: Cittadini digitali, che nasce da alcune recenti considerazioni su brogli elettorali, riconteggi e richieste di verifiche post-consultazione. Perché partire con quest’avventura?

È semplice: perché in molti sostengono che le elezioni politiche del 2006 non si sono svolte correttamente. È una tesi bipartisan: le denunce sono venute sia da destra che da sinistra e al Senato si sta effettivamente procedendo al ri-conteggio delle schede bianche e nulle: tale operazione, però, richiederà mesi e – prevedibilmente – si spegnerà nel silenzio. Noi non sappiamo se ci siano stati o meno dei brogli, ma pensiamo che valga la pena controllare. E siamo convinti che su questo argomento ci dovrebbe essere molta più trasparenza e disponibilità da parte delle istituzioni.

Operativamente, chi deciderà di diventare un “cittadino digitale”, potrà richiedere al proprio comune una copia dei verbali di seggio e inviare i dati in modalità che sono ancora in fase di studio ad altri “cittadini digitali” che li faranno confluire in database. Quindi si passerà all’elaborazione per avere un conteggio di ciò che è accaduto all’ultima tornata elettorale.

Politica in rete

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Nasce The Politico per perlustrare gli ambiti della politica a stelle e strisce. In particolare:

We will bring an unblinking focus to three arenas of coverage: the politics of Capitol Hill and of the presidential campaign, and the business of Washington lobbying and advocacy […]. The Politico will assemble the most interesting and revelatory journalists—a mix of established names and promising young reporters—and set them to work on bringing to life the most important stories.

Venticinque i giornalisti e i contributori coinvolti a diversi titolo. Da questa parte dell’oceano, invece, c’è chi lancia un consiglio dei ministri trasparente che da Palazzo Chigi si trasferisce anche su YouTube.

Rai, l’editoria, la rete e il loro futuro

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Editoria e futuroDa Giornalismi Possibili. Permangono le incertezze in merito al nuovo contratto di servizio della Rai diffuso lo scorso 4 dicembre: prima era stata annunciata una riforma piuttosto radicale tanto da arrivare anche a includere le licenze Creative Commons per i contenuti prodotti dal servizio pubblico. Tuttavia un’analisi di Diego Galli sul testo giunto alla commissione di vigilanza, scaricabile da qui, fa notare che, in tema diritti, non ci sono riferimenti diretti a licenze d’uso più o meno libere e si parla semmai dell'”impiego delle più opportune tecnologie”.

Una questione in qualche modo collegata è poi quella della riforma della legge sull’editoria di cui si era parlato qualche giorno fa: il testo da presentare in parlamento dovrebbe derivare alla consultazione diretta dei cittadini attraverso un questionario da scaricare dalla rete. Solo che… c’e’ un solo che: sorvolando sul fatto che il questionario e’ in .doc (in alternativa ne esiste una versione in .pdf, ma per i cittadini – o addetti ai lavori – poco avvezzi all’uso di strumenti di editing per questo genere di file diventa complesso compilare il documento per poi rispedirlo per posta elettronica), le domande sono eccessivamente tecnicistiche e poco intelleggibili. Continue reading

Spocko: come viene fatto chiudere un blog

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We-ThinkSu Daily Kos, Mike Stark racconta in un articolo di come il blog Spocko sia stato chiuso per aver pubblicato alcune immagini tratte da tramissioni che parlavano di tortura e maltrattamenti andate in onda su KSFO, emittente conservatrice di proprietà della ABC Radio (Walt Disney Company), averle commentate ed essersi rivolto agli inserzionisti che acquistavano spazi pubblicitari al loro interno spiegando in che tipo di contenuti andavano i relativi proventi.

La vicenda, per spiegare la quale viene riportato un carteggio, è spiegata su YouTube con il video For Spocko e approfondita sul blog Calling All Wingnuts. Diritto d’autore, violazioni, fair use e contenuti politicamente scorretti sono al centro della chiusura del sito e della conseguente azione legale.

I peggiori oltraggi alle libertà civili del 2006

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José PadillaThe Bill of Wrongs è il titolo che la giornalista Dahlia Lithwick dà al suo pezzo sui dieci peggiori oltraggi alle libertà civili del 2006. Pubblicato su Slate e riportato anche nella sezione Outlook del Washington Post, l’articolo comprende in decima posizione il tentativo di infliggere la pena di morte a Zacarias Moussaoui, accusato di aver preso parte agli attentati dell’11 settembre 2001.

Seguono poi i fatti di Guantanamo, la reintroduzione da parte del governo Bush del segreto di stato su documenti desegretati con le conseguenze che questo ha comportato, attività di controllo e spionaggio di privati cittadini e interventi quanto meno disinvolti nella cattura e nel trattamento di presunti terroristi, come accaduto a cittadini canadesi e tedeschi di origine mediorientale. Nelle prime tre posizioni compaiono gli abusi su José Padilla, altro presunto territorista di nazionalità americana, il Military Commissions Act del 2006 e ciò che l’autrice chiama hubris, dottrina del governo USA secondo cui “tutto è legale, necessario e segreto”.

“Di quale oltraggio mi sono dimenticata?” chiede la giornalista in chiusura. E, se di qualcosa si fosse effettivamente scordata, chiede anche che le sia segnalato via mail all’indirizzo Dahlia.Lithwick[at]hotmail.com.

Riforma dell’editoria: una consultazione pubblica

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Riforma dell’editoria? Che i cittadini dicano la loro attraverso una consultazione pubblica che è stata avviata nei giorni scorsi dal consiglio dei ministri. Per partecipare, c’è tempo fino al prossimo 20 gennaio e le risposte al questionario possono essere inviate per posta elettronica all’indirizzoscdie[at]palazzochigi.it. A questo proposito, l’associazione Articolo 21, che si batte per la difesa dell’omonimo articolo della Costituzione, chiede di essere tenuta informata.

OneDOJ e la privacy

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Comic from http://www.privacy.org.nz/home.phpUn imponente database creato dal dipartimento di giustizia statunitense e battezzato con il nome di OneDOJ. Ne dà notizia (anche se non è proprio una novità, visto che se ne parla dal 2005) il Washington Post e lo strumento è destinato a essere usato dalla polizia locale che potrà così accedere a informazioni disponibili al momento a FBI, DEA e ad altre agenzie federali. Un milione sarebbero i casi archiviati negli ultimi tre anni e i dati comprenderebbero rapporti, informazioni di reato, accuse, nomi, indirizzi e altri elementi che connotano sospetti e pregiudicati. Ma c’è chi si dice preoccupato, a leggere il quotidiano d’oltreoceano, anche perché si troverebbero elementi che porteranno a identificare persone mai raggiunte da provvedimenti giudiziari:

Civil-liberties and privacy advocates say the scale and contents of such a database raise immediate privacy and civil rights concerns, in part because tens of thousands of local police officers could gain access to personal details about people who have not been arrested or charged with crimes.

Animazione sovietica e antimilitarista

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Conflict by SoyuzmultfilmКонфликт (Conflict) è uno dei più noti film d’animazione sovietici. A renderlo particolarmente famoso sono stati probabilmente il suo spirito antimilitarista e l’azzeccata allegoria in base alla quale, da un’unica scatola di fiammiferi, ne derivano due schieramenti divisi prima per colore e poi, attraverso una linea tracciata a terra, per appartenenza politica. Pubblicato ora su Google Video, il film è stato realizzato dalla celebre casa di produzione Soyuzmultfilm (la stessa dell’originale Winnie-The-Pooh che in russo fa Винни-Пух) di cui si può leggere una breve storia su Wikipedia.

Spirito del Natale, il senatore McMarthy e il consumismo

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It's a Wonderful LifeMentre sto leggendo un legal thriller che spiega come, in una Hollywood sconquassata dai venti del MacCartismo, il copyright sia stato fatto strumento per esproriare dei loro diritti gli scrittori finiti sulla lista nera dei cacciatori alle streghe, ecco che spunta un vecchio memo targato FBI. Secondo il quale anche un classicissimo natalizio, La vita è una cosa meravigliosa di Frank Capra, non sarebbe stato nient’altro che propaganda comunista. Le motivazioni starebbero nel presunto disprezzo per la upper class e per le istituzioni bancarie, nella difesa dei cittadini con posizioni anti-consumistiche e nell’ammissione “I would never have done it that way”. Commenta ironico Will Chen, il blogger che ha scovato il rapporto:

We can look back at the FBI report with scorn and ridicule. But are we really that much more enlightened today as a society? We live in an America where romantic love is defined by three-month-salary diamonds and parental affections are expressed through ridiculously-priced video games (don’t forget to check out our report on the Wii and PS3 locator, by the way). Perhaps the FBI was (and still is) correct when it said It’s a Wonderful Life did not reflect American values. If you don’t believe me, try telling your loved ones tonight that they won’t be getting a materialistic gift from you, beacuse your love for them already makes them the “richest man in town!”.

Pietà per loro

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Pietà per loro di Mauro BianiVia Macchianera, Pietà per loro, vignetta pubblicata sul blog di Mauro Biani. Personalmente, alla notizia che era stato negato il funerale religioso a Piergiorgio Welby, ho pensato che fosse una vergogna ricorrere pretestuosamente alla vecchia regola cattolica per cui i suicidi non hanno diritto ad esequie in luogo consacrato. Ma, ripensandoci, ha ragione Mauro ad usare la parola “pietà” invece di “vergogna”.

Sempre sullo stesso argomento, segnalo un post pubblicato sul Blog del Solista di Luigi De Marchi, Welby: un grande problema etico e filosofico. In particolare:

Il risultato della scelta dogmatica è la pretesa di costringere gli altri a vivere e a morire in conformità non dei loro ma dei propri valori: e da questa pretesa nascono le guerre sante e fratricide che hanno insanguinato la storia umana per millenni. Il risultato della scelta umanistica, viceversa, è di non pretendere mai di imporsi agli altri esseri umani, ma solo di rivendicare per sé la propria libertà di scelta e di lottare per assicurare anche agli altri la stessa libertà, nella convinzione che solo così l’avventura umana possa continuare a svilupparsi, realizzando i sogni di Pace, di Giustizia, di Amore, di Compassione e di Bellezza che l’essere umano ha portato in una natura governata dalla legge crudele del più forte e del mors tua vita mea e in universo altrimenti freddo e indifferente. La scelta che ci sta di fronte si riassume dunque in una semplice alternativa: regressione dogmatica o crescita umana nella libertà.