E a proposito di concorsi letterari, via Bolognina.biz, ne arriva uno interessante promosso dalla Gingko Edizioni di Bologna e e dall’associazione Fiori di Strada. Interessante perché tratta una tematica delicata, quella della prostituzione, che si vorrebbe relegare all’interno di ambiti chiusi più per decoro che per reale contrasto allo sfruttamento. Dunque:
Il progetto “Qui tutto va a puttane!” ha scopi letterari e di beneficenza. Consiste nell’invio da parte degli scrittori italiani o stranieri, di ogni età, di un proprio contributo letterario sul tema della prostituzione, e nella raccolta, valutazione e selezione da parte della casa editrice dei migliori contributi capaci di raccontare questo mondo dando voce ai frequentatori o chi esercita. Il progetto, che ha una durata limitata (vd. Regolamento), si concluderà con la pubblicazione di un libro (antologia di racconti) che verrà promosso, distribuito e venduto on line e nelle librerie con una prima tiratura di 1000 copie, e i cui proventi di vendita saranno devoluti totalmente in beneficenza all’associazione Onlus di Bologna “Fiori di strada” che opera per liberare dalla strada prostitute vittime di violenza e di sfruttamento e donne e bambini dalla moderna tratta di esseri umani.
Per dettagli sulla partecipazione, qui c’è il regolamento. E per chi volesse intanto leggere un buon libro che racconta il fenomeno, Vanna Ugolini ha recentemente pubblicato Tania e le altre – Storia di una schiava bambina, nel quale, oltre a raccontare la fine di una giovane albanese inchiodata in Umbria dai suoi aguzzini, spiega piuttosto articolatamente il meccanismo che trascina sul marciapiede le ragazze provenienti dell’Europa orientale.
Vorrei che si parlasse anche della prostituzione che schiavizza le donne transessuali. Non se ne parla mai, pare che gli facciamo schifo a questa società. E pensare che siamo le più schiavizzate, perché il nostro magnaccia è il sistema. Siamo costrette a fare sesso di notte con i signori che di giorno ci negano un lavoro dignitoso per via della nostra condizione. Che mostruosità. Una volta un’amica brasiliana mi ha detto: “Ogni vòuta che mi abasso a finestrino di machina mi viene di vomitare nella facia di lui”. Alla faccia di chi pensa che certune stiano in strada perché si divertono…
Ciao Barbara X, hai ragione, di questo non si parla o quasi, se non in riferimento a qualche scandaletto montato ad arte. Forse quell’iniziativa potrebbe essere l’occasione per iniziare a farlo. Credo comunque che se si scrivesse qualcosa in proposito, spazio ne avrebbe e sarebbe un inizio per far comprendere ciò che accade.
Complimenti per quello che scrivete!
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