Su Libera Cultura si segnala la pubblicazione elettronica di un fumetto, Uccidere un hacker, realizzato da Andrea Ferraresso e rilasciato con licenza Creative Commons. È la cronaca di ciò che presumibilmente accadde prima del giugno 1999, quando Karl Koch, del tedesco Chaos Computer Club e conosciuto nel cyberspazio con lo psedonimo di Hagbard-Celine, venne ritrovato senza vita nei boschi tra Hannover e Wolfsburg.
Non era uno sconosciuto, Koch, era stato negli Anni Ottanta uno dei protagonista della scena dell’hacking europeo insieme ad altri due hacker, Pengo e Markus H. Di loro si erano occupati la stampa, erano stati tra i protagonisti del libro uscito nel 1990 The Cuckoo’s Egg, scritto da Clifford Stoll, e di 23 di Hans-Christian Schmid e Michael Gutmann. Una storia mai del tutto chiarita, tra passione, malattia e servizi segreti.
Lo ammetto…. su 3 sommato 4 mi sono trovato un pò spiazzato.
In un famoso manuale hackers una volta trovai scritto:
“Ricorda che un hacker diventa famoso solo quando lo beccano”.
Credo sia stata l’ultima volta che ho letto un libro di quel materiale. Ora sono dall’altra parte. Preferisco occuparmi di sicurezza.
Qualche anno fà neppure immaginavo che negli anni 80 esistessero gli hackers.
Quante cose si impara da queste parti.
Sciao…
A me è andata meglio, somma di 3 + 3 in matematica andavo forte.
Negli anni 80 craccavo (reo confesso) le password di Videotel, una sorta Internet formato mignon, messaggerie, forum, grafica teletel. Quando i modem andavano a 1200 max. I costi erano esorbitanti, roba da 270 lire al minuto. Le password erano composte da dieci cifre più quattro zeri che l’utente mai cambiava.
L’algoritmo era una roba da nulla, le ultime cinque cifre erano la somma delle coppie fra i primi cinque numeri.
Che tempi però… Con una password si collegavano una ventina di persone.
The real Hagbard Celine, thought the Illuminatai were after him.