Un libro che riprende un dibattito che ogni tanto si riaccende. Un dibattito che, insieme ad altri di recente emersi, risulta interessante per approfondire il termine del racconto tributato dalla realtà. Per questo segnalo la recensione di Giorgio Fontana pubblicata sul Sole 24 Ore dal titolo “Letteratura e giornalismo” di Clotilde Bertoni:
Risultano di grande interesse i capitoli dedicati all’evoluzione narrativa del reportage. Partendo dal “non genere” dell’elzeviro, la storia dell’ibridazione trova una svolta nel new journalism di metà anni ’50 — Tom Wolfe, Gay Talese, e il genio stralunato e folle di Hunter S. Thompson — si arriva fino al non fiction novel di Truman Capote o del nostro Roberto Saviano (uno dei pregi del libro, fra l’altro, è proprio quello di non tralasciare affatto il panorama contemporaneo italiano).
L’autrice insegna letterature comparate alla facoltà di scienze della formazione dell’università di Palermo e in questi termini si presenta il volume:
Letteratura e giornalismo presentano diverse antinomie: la letteratura ambisce alla durata, il giornalismo è per sua natura effimero, legato com’è alla contingenza del momento; la prima è basata sulla menzogna, intesa come rielaborazione della realtà, creazione di mondi alternativi, il secondo punta a descrivere puntigliosamente il reale. Eppure tra questi due mondi, all’apparenza antitetici, esistono contatti e contaminazioni. Il libro ne passa in rassegna alcuni: l’attività degli scrittori giornalisti e le forme sperimentali di cronaca o di narrativa che possono derivarne; le interferenze vere e proprie, create dalla contiguità materiale (il feuilleton, l’elzeviro) o dal ricorso a strategie e libertà letterarie (come nel caso del New Joumalism); la tematizzazione letteraria del giornalismo, dalle balzachiane “Illusioni perdute” fino al romanzo contemporaneo.
Davvero interessante. E soprattutto di attualià .Graze della segnalazione cara Antonella.
Grazie a te, Gian Paolo!