McMafia, il crimine globale e una considerazione post-elettorale

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McMafia di Misha GlennyUn paio di giorni fa, su BoingBoing Mark Frauenfelder segnalava il libro McMafia: A Journey Through the Global Criminal Underworld scritto dal giornalista Misha Glenny (Knopf, 2008). Un testo che si annuncia interessante dato che affronta tipologie di reati differenti (traffico di droga, contrabbando di sigarette, criminalità informatica, stoccaggio di scorie nucleari) dimostrando come esistano e quali siano le interconnessioni tra realtà così variegate. Globalizzazione, la chiamano, e anche in questo caso gli effetti dell’era postsovietica mi mescolano a eventi che si verificano nella Gran Bretagna, a Mumbai, nelle campagne colombiane o nelle periferie statunintensi. Per farsi un’idea più circostanziata del libro, qui è stato pubblicato un estratto.

Inoltre, anche se con un po’ di ritardo, segnalo l’intervento di Franco Bifo Berardi su Rekombinant a proposito di diritti, elezioni, politica e media. In particolare:

Lasciamo perdere l’idea di ricostruire la sinistra, perché la sinistra non ci serve. È un concetto vuoto, che si può riempire soltanto di passato. La società non ha bisogno di un nuovo apparato di mediazione politica. Non ci sarà mai più mediazione politica. Il capitale ha scatenato la guerra contro la società. Non possiamo far altro che adeguare ad essa i nostri strumenti e i nostri linguaggi. Non possiamo combattere quella guerra sul piano della violenza, per la semplice ragione che la perderemmo. La società deve costruire le strutture della sua autonomia culturale: dissolvere le illusioni che sottomettono l’intelligenza al lavoro al consumo e alla crescita, curare lo psichismo collettivo invaso dai veleni della paura e dell’odio, creare forme di vita autonoma autosufficiente, diffondere un’idea non acquisitiva della ricchezza. Non abbiamo altro compito. Ed è un compito gigantesco.