In parallelo all’uscita di Zero – Perché la versione ufficiale sull’11/9 è un falso, il libro curato da Giulietto Chiesa e da Roberto Vignoli incentrato sulle incongruenze della versione ufficiale circa gli attentati del 2001 negli Stati Uniti di cui si parlava qualche giorno fa, la stessa casa editrice, Piemme, ha dato alle stampe un volume simile e contrario.
Si tratta di 11/9 – La cospirazione impossibile, curato questa volta da Massimo Polidoro (di cui sto iniziando a leggere Etica criminale – Fatti della banda Vallanzasca) e che annovera interventi di nomi autorevoli quanto quelli contenuti nel libro di Chiesa. Tra questi, Piergiorgio Odifreddi, Umberto Eco, James Randi e Paolo Attivissimo. Ne scrive Massimo sul suo blog:
L’argomento è certo molto delicato e il nostro lavoro è stato guidato unicamente dal desiderio di capire e di verificare alcune teorie e ipotesi di cui tanti parlano, ma sulle quali pochi sembrano capire quanto ci sia di vero. Probabilmente, chi crede in cospirazioni e complotti penserà che anche noi ne facciamo parte, ma chi ci conosce sa che non abbiamo fatto altro che del nostro meglio per cercare di scoprire come stanno davvero le cose. Anche se alcuni interrogativi restano in piedi, crediamo di essere riusciti nel nostro intento.
Dunque, due libri sullo stesso argomento, due linee diametralmente opposte, autori qualificati che affrontano singoli dettagli di una vicenda molto complessa. Sarà interessante mettere a confronto i testi e cercare di capire le opposte motivazioni alle teorie di fondo di ciascuno.
Di questi due libri non posso dire, ma della questione complottistica su 9.11 un po’ mi sono interessato in passato. La mia opinione è che ci siano sì alcune cose che non funzionano nelle ricostruzioni ufficiali ma la verità è lontanissima da certe teorie estreme (come alcune di quelle esposte nel documentario “Confronting the evidences” che la scorsa stagione fu mandato in onda da Report e che poi fu duramente criticato, tra gli altri, proprio da Diario). Un eccesso di complottismo rischia di aiutare chi, nel caso, avesse delle cose da nascondere. Perché se i veri buchi delle ricostruzioni ufficiali vengono proposti assieme a teorie indifendibili (come quella che il pentagono non sarebbe stato colpito da un aereo ma da un drone) anche i buchi poi possono sembrare fantasiose e pittoresche invenzioni.
Ben vengano quindi i lavori seri in un campo e nell’altro, anche perché non necessariamente si tratta di campi contrapposti. Almeno non per chi come me pensa che su 9.11 si siano dette troppe cose e probabilmente non si siano ancora dette tutte quelle che era importante dire.
ciao
certo che la verità non la sapremo mai !
Mi permetto di segnalare un terzo “incomodo”, un libro di oltre 650 pagine che copre (quasi) tutti i lati oscuri dell’11 settembre, ed è scritto non da un qualunque “antiamericano” europeo, ma da un orgoglioso rooseveltiano già residente a New York: è “La fabbrica del terrore”, di Webster Tarpley.