Dalla rete: tra Joyce, testi sacri e pietre rotolanti

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  • Bucknasty, Togliti dalla croce, ci serve la legna

    Prendete il Rolling Stone di Settembre, cercate di trattenervi dal prendere a pugni la copertina, e dirigetevi a pagina 194.

    Lasciate perdere il contenuto dell’articolo, l’esilarante agiografia del libro di una seminota attention whore a cui viene pronosticata una influenza sulla letteratura fra l’Ulisse di James Joyce e la Sacra Bibbia, e leggete semplicemente il primo paragrafo.

    Più o meno dal 2004 il fenomeno dei cosiddetti blogger è andato via via svolgendosi nel dare voce (salvo rarissime eccezioni) a sfiati diaristici contraffatti o sostegni teorici al più consuetudinario degli immaginari dark. Eppure doveva arrivare qualcuno che, attraverso lo scivoloso dispositivo della rete, gettasse le basi e i perimetri supplementari di un cut up burroughsiano miscelante i takes d’agenzia col suo diario di bordo online

    Che problema hai con le cose belle della vita, tipo per arrivare a scrivere “cut up burroughsiano miscelante i takes d’agenzia col suo diario di bordo online”? E questo è solo il climax che ti esplode in faccia e sui capelli dopo 54 parole che ti graffiano la schiena, a cui non importa di farlo con la luce accesa perché pensano che non sei affatto grassa e che ti promettono che ti richiameranno il giorno dopo, ma non lo faranno mai perché sono tutte uguali. Stavo leggendo sta cosa in viaggio su un treno e, rileggendola qualche dozzina di volte incredulo che qualcuno avesse potuto scrivere una cosa così, m’ero convinto che la mia stazione d’arrivo sarebbe stata “Cernusco Su Sostenuto Pretenzioso Con Il Thesaurus di Word”.

(Via Il buco nella blogopalla)

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