Di Causa Comune si era già parlato tempo addietro annunciando che era in arrivo la traduzione italiana. E domani, alla vigilia dell’uscita in libreria cui seguirà contestualmente la messa online del pdf su Libera Cultura, il libro di Philippe Aigrain pubblicato da Stampa Alternativa, sarà presentato alla Fiera del Libro di Torino con un dibattito dal titolo È tempo di beni comuni.
Dalla prefazione scritta da Juan Carlos De Martin, responsabile italiano di Creative Commons Italia, per intanto si può leggere:
Come argomenta Philippe Aigrain nel suo lavoro, all’inizio i programmatori, più in grado di comprendere la rivoluzione in atto, in seguito molti semplici utenti di Internet, hanno scelto di aggiungere le proprie creazioni al ‘commons’ digitale come reazione a un rischio importante: veder compromesso il potenziale, ancora largamente inespresso, della rivoluzione informazionale ovvero l’emergere di «nuovi modi di pensare, di rappresentare, di scambiare, di creare, di memorizzare». Una rivoluzione che consiste nell’emergere di «nuovi modi di pensare, di rappresentare, di scambiare, di creare, di memorizzare», e che Aigrain non esita a considerare simile per importanza alla «rottura paleolitica e neolitica determinate dallo strumento, dalla parola e dal segno, e con l’apparizione della scrittura, frattura fondante dei tempi storici».
La reazione ha preso la forma della creazione collaborativa – o della difesa, nel caso di infrastrutture – di beni comuni, percepiti come essenziali ai fini di preservare e rafforzare la libertà stessa di creare, usufruire e condividere informazioni.