Branchi patinati per vendere mutande

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Gender-based violenceDa FdC. Non č che ci capisca molto di campagne pubblicitarie, della loro nascita ed evoluzione, ma credo che ci sia un limite oltre il quale non andare. Soprattutto se si cerca un escamotage sensazionalistico per vendere mutande. Concordo infatti con Kim Gandy, presidentessa della National Organization for Women, che commenta negativamente l’exploit di una casa di moda, D&G, in cui un branco č ritratto mentre, con sguardo variabile dall’apatico al compiaciuto, assiste a quella che sembra avere tutta l’altra di una violenza.

Branco e braccata sono ovviamente belli, magri, abbronzati, lucidati con l’olio, scarpe e vestiti di gran moda fornendo un immaginario che per nulla c’entra con una realtā composta da ben altri elementi. Ma il succo dell’immagine non cambia: una donna stesa a terra, i polsi bloccati e occhi puntati di lato non lasciano scaturire alcuna sensazione di consensualitā. Dice a questo proposito Gandy:

It’s a provocative ad but it is provoking things that really are not what we want to have provoked. We don’t need any more violence.

Da tempo si raccomanda attenzione quando si dā la notizia di un reato di gruppo invitando a fare attenzione a parole, riferimenti nazionali ed etnici, descrizioni. Si invita a coltivare una cultura in cui la violenza quotidiana (non solo sessuale) venga allontanata e a smontare castelli sociali in cui gli stereotipi sono ancora ben radicati. E poi, per vendere biancheria intima o roba che va indossata sopra, eccoli qua, in tutta la loro stupiditā, questi stessi stereotipi.

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