Già tempo addietro si era parlato di TV senza frontiere, la direttiva in corso di revisione da parte del parlamento europeo in materia di raccolta pubblicitaria (qui le disposizioni vigenti e qui invece una spiegazione). Il pericolo sembrava scampato, ma – appunto – sembrava. Perché su Articolo 21 si legge l’articolo Direttiva europea “TV senza frontiere”. Primo round a favore dei monopoli privati in cui parla di un emendamento introdotto in prima lettura destinato ad ampliare quasi tutti i tetti pubblicitari e a introdurre il product placement all’interno di film e trasmissioni televisive. Inoltre bocciato un altro emendamento che vietava spot su alimenti insalubri durante gli spettacoli per minori per coprire – si motiva – i costi di produzione. Il testo votato, comunque, non è ancora definitivo ma lo attende nel 2007 un non breve iter di approvazione e restano da chiarire gli effetti che le nuove disposizioni potrebbero avere sui video in rete.
One thought on “TV senza frontiere: in prima lettura un testo peggiorativo”
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Perché ci si meraviglia quando il ‘buonsenso’ non viene applicato è una cosa che non ho mai capito. Il ‘buonsenso’ esiste in un piano parallelo alla realtà, anzi postulerei che il ‘buonsenso’, in realtà, non esiste proprio, è un costrutto, è una religione.
Tutti avrebbero agito secondo il ‘buonsenso’ in una determinata situazione distante, staccata, nel passato (immediato o no) ma che comunque non abbia nessuno collegamento diretto alla propria esistenza.
Quando invece bisogna agire nel presente, ora, nella nostra realtà quotidiana allora fare i furbi, i prepotenti, i menefreghisti, gli opportunisti diventa seconda natura… macché dico, è la nostra natura. E’ qualcosa che bisogna fare perché tutti lo fanno, perché se non lo faccio io lo fa quello, perché io non sono uno scemo.
E allora perché diavolo ci si scandalizza quando una legge non vieta una cosa cui il ‘buonsenso’ ci dice che sia sbagliata? In fondo, i pubblicitari dovranno pur vivere anche loro, no? I programmi televisivi sono già delle interruzioni per la pubblicità. A prescindere dal fatto che i bambini vengano sottoposti quotidianamente ad un bombardamento di guano mediatico, ma dove la vuoi mettere la pubblicità della cioccolata?
I soldi sono qui, li puoi toccare, possedere e soprattutto accumulare. Il ‘buonsenso’ è là, anzi, non c’è, quindi, tu, da pesce lesso, cosa scegli?