Scricciolo: 20 anni in attesa di giustizia

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20 anni in attesa di giustiziaVia Pino Scaccia, la presentazione del libro 20 anni in attesa di giustizia di Luigino Scricciolo.

La verità emerge grazie anche alla rete. Ecco una notizia che non ha nulla di trascendentale ma segna la fine di un lungo tunnel. Infatti, sta per uscire il mio Diario “Vent’anni in attesa di giustiazia”, pubblicato dalle Editrice Memori, nel quale ripercorro la mia vicenda umana e giudiziaria. Come Lei ricorderà all’inizio degli anni ’80 fui arrestato con accuse terribili (partecipazione esterna al terrorismo, tentativo di spionaggio, ecc.) mentre ricoprivo la carica di responsabile esteri della Uil. La mia esperienza politica, maturata prima nel Movimento poi in Democrazia Proletaria, era fondata sul ripudio della violenza, sulla solidarietà, sulla difesa dei diritti umani ovunque calpestati. Fui, tra l’altro, l’organizzatore politico del viaggio di Lech Walesa in Italia. Ma tutto ciò non fu sufficiente ad allontanare da me mandati di cattura, carcerazione ed istruttoria con il vecchio rito. La mia vicenda giudiziaria ebbe grande risalto nella stampa e non poteva essere diversamente per le accuse ed il ruolo svolto nel Sindacato. Naturalmente la mia detenzione (oltre due anni in isolamento) mi impediva di far sentire le mie ragioni e riequilibrare l’informazione. Poi dopo un altro anno agli arresti domiciliari, lentamente ed inesorabilmente il mio caso finì nell’oblìo. Quando dopo oltre 20 anni, la Procura di Roma chiuse la istruttoria, fui prosciolto da tutte le accuse. Il proscioglimento in istruttoria chiudeva il “caso Scricciolo” ma nessuno ne diede notizia. Ed era in qualche modo naturale. Questo mio Diario vuole essere occasione per ricordare la mia vicenda e la sua positiva conclusione. E per rivendicare quella verità che a lungo è stata negata.

5 thoughts on “Scricciolo: 20 anni in attesa di giustizia

  1. Una donna torturata può divenire poetessa.

    UN ITALIA IN TUMULTO PER LE MORTI BIANCHE, CHE SENSAZIONE PROVIAMO?
    di Giacomo Montana

    E’ una vergogna nazionale quello che viene fatto continuare a fare accadere, facendo causare incidenti sul lavoro e morti bianche! Vi è sempre un lavorare “da morire”, lasciato continuare senza scrupoli. Altro che nascondersi cambiando nome ai partiti!

    Queste morti non sono solo disgrazie, ma precise responsabilità, causate per la rincorsa del massimo profitto imprenditoriale per il quale, in molti casi, si ricorre persino a facili sub-appalti con nulla o scarsa sicurezza nei posti di lavoro. La tutela della salute dei lavoratori è ancora troppo inesistente e se il malcapitato dopo l’incidente rimane in vita, ma menomato, accade anche che viene beffato e deriso, senza fare concedere i suoi diritti di legge e di contratto, aggiungendo dolore al dolore e altri infiniti danni indicibili alla persona. La luce, sul contesto delle morti bianche, viene ogni volta fatta investire da una apposita tempesta di sabbia, che nasconde tutto il marcio che esisteva prime degli incidenti sul lavoro!

    Una nebbia di sabbia che permette a chi ha omesso di applicare le normativa anti-infortunistiche di uscirsene tranquilli e beati, perché vergognosamente impuniti con mille sporchi cavilli studiati ad hoc da qualcuno, che ne riceve persino notevoli benefici economici! Il silenzio delle vittime sul lavoro, quelli deceduti compresi, non rimbomba onestamente nei cuori di coloro che hanno cariche di governo, tanto che tutto resta come prima e peggio di prima. Si sa solo promettere interventi che poi non arrivano, ingannando la povera gente che lavora.

    Viene così dimostrato al popolo, che la politica italiana è lontanissima dai lavoratori, da quello che pensano i cittadini elettori, dal buonsenso che vorremmo tutti constatare e vedere operativo nei personaggi del mondo della politica. Gli infortuni sul lavoro sono e restano un problema sociale che, dicono gli esperti, potrebbe essere risolto con grandi vantaggi anche per l’economia, ma evidentemente a qualcuno resta infinitamente più comoda l’inerzia, l’indifferenza e la tacita complicità sul male che viene inflitto alle maestranze e alle loro famiglie.

    Martin Luther King disse: “io ho un sogno, la nonviolenza” ma disse anche: “Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti”.

    Per capire meglio i livelli della illegalità, persino contro disabile per motivi di servizio, potete visitare il sito:

    http://www.mobbing-sisu.com e

    http://sisu.leonardo.it

    http://www.mobbing-sisu.com/poesie/poesiegio.htm

  2. MANCATE PREDISPOSIZIONI DEI DISPOSITIVI DI SICUREZZA INDIVIDUALI
    Autore: Giacomo Montana

    “Ennesima morte sul lavoro: un operaio di Brescia cade da un palo della luce e muore sul colpo
    Vola da sei metri precipitando al suolo e viene schiacciato anche dal cestello morendo sul colpo; questa la dinamica dell’ennesima morte sul lavoro. Un operaio di 53 anni, che lavorava per una ditta di impianti elettrici di Nembro (Bergamo), e’ stato sbalzato fuori dal cestello a bordo del quale operava su un camion, mentre stava cambiando le lampadine dell’illuminazione pubblica. Il fatto è accaduto a Nave, in provincia di Brescia. Inutili i soccorsi.”

    Fonte: http://www.liberoreporter.it/NUKE/news.asp?id=637

    Sono tragedie quotidiane e nonostante la pericolosità ai danni dei lavoratori, tutto procede con le pacifiche violazioni di legge a cominciare da ex art. 2087 codice civile et dlgs 626/1994 e seguenti sino, come abbiamo visto, alla responsabilità della procurata morte. Oggi vi è una forte tendenza a rendere come fosse tutto quasi normale e riflette una società in cui si fa vedere solo la punta dell”iceberg. Delle sofferenze, dei timori e talvolta delle paure dei lavoratori verrà sempre continuato a fare in modo che la gente non ne sappia quasi nulla. Ogni lavoratore che muore a causa delle mancate predisposizioni dei dispositivi di sicurezza individuali, non potrà mai più raccontare le sue sofferenze e il terrore precedenti alla morte! Sono fatti al silenziatore da brivido. Questo fa comodo a tutti quei criminali che assomigliano a sadici serial Killer, protetti da forze politiche che a questo punto, a mio avviso, sono persino indegne di rappresentare il Paese! Corruzione politica? Tutto, dopo ogni vittima sul lavoro si mette sistematicamente a tacere, quasi come che si volesse equiparare ogni criminale che ha procurato sofferenza dolore e/o morte al lavoratore, ad un eroe negativo da proteggere! A questo punto e su queste basi rassicuranti per i responsabili, le morti bianche continueranno sempre ad accadere senza né freno né fine! Una volta non potevo crederci ma oggi ho oltre di dieci anni di constatazioni, su chi è vittima sul posto di lavoro, di azioni criminali fatte passare sistematicamente inosservate, sino a produrre altissimo rischio di morte sulla vittima! Oggigiorno vi è una maggiore corsa all’arricchimento e senza scrupoli viene cercato il successo puntando su violenza, sesso, droga e morbosità varie, dando con farse di facciata, persino idee, spunti ed esempi attraverso il cinema e la televisione, e qui, si collegano storie con l’attualità, coinvolgendo figure di mafiosi e contrabbandieri di droga, politici corrotti e mercanti di schiavi che causano la morte. Quale differenza tra “fiction e realta”? Ci sono comunque inconfutabilmente situazioni di violenza indiscriminata sul lavoro, e personalmente ho avuto riscontri oggettivi, che certe ulteriori torture psico-fisiche causate premeditatamente alla persona già vittima di reati penali, fanno parte di una strategia del terrore, verosimilmente per spaventare e poi impedire di parlare alla vittima, che sa troppo del crimine che gli è stato fatto subire sul posto di lavoro. Difatti oggi c’è chi sa, ma non può parlare a nessuno, perché viene tolta la parola con uno sporco e inimmaginabile silenzio stampa.

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