Journalists Memorial: tributo a cronisti e operatori uccisi dalla seconda guerra mondiale a oggi

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Journalists Memorial

The Journalists Memorial, iniziativa di Doha Centre for Media Freedom, Reporter Senza Frontiere e della città di Bayeux, Francia:

Dozzine di giornalisti vengono uccisi ogni anno nel mondo. Solo in Iraq, ne sono morti più di 200 dall’inizio dell’occupazione statunitense […]. Rendere omaggio al loro coraggio e alla loro professionalità non è un’idea concepita da alcuni giornalisti per altri giornalisti. È un modo per tenere a mente che la difesa della libertà è una questione rilevante per tutti e non c’è democrazia senza notizie che rispettino le persone e si basino sui fatti. Questa lista messa in rete elenca dunque giornalisti e operatori uccisi nel corso del loro lavoro a partire dalla seconda guerra mondiale dando vita a un database unico per dimensione e scopo. Un luogo per ricordare nel timore di dimenticare. Un tributo alla libertà.

Iniziativa meritoria, dunque, a cui però mancano – ha ragione Giancarlo De Palo – due cronisti nella sezione italiana. Per quanto ufficialmente risultino scomparsi dal 2 settembre 1980, sulla loro sorte ci sono ben pochi dubbi. Sono Graziella De Palo e Italo Toni (per la loro vicenda si veda anche qui).

4 thoughts on “Journalists Memorial: tributo a cronisti e operatori uccisi dalla seconda guerra mondiale a oggi

  1. L’indagine giudiziaria aperta dal PM Giancarlo Armati, cui nell’autunno 1981 consegnai il materiale raccolto e registrato nel corso della mia personale inchiesta, concluse nel 1984 che Graziella e Italo erano stati “sequestrati e uccisi” da killer appartenenti all’ Organizzazione per la liberazione della Palestina.
    La censura su questa tragedia è dovuta al fatto che essa fu gestita dal SISMI, il servizio segreto militare italiano, sotto la direzione del piduista gen. Giuseppe Santovito, e in particolare dal suo corrispondente a Beirut, Stefano Giovannone. Entrambi incriminati, il secondo anche arrestato, per il loro favoreggiamento personale dei palestinesi responsabili del duplice omicidio.
    Il processo nei loro confronti, sebbene non si sia svolto per “morte del reo”, ha comunque portato alla condanna definitiva di un carabiniere addetto all’ufficio cifra dell’Ambasciata italiana a Beirut, per aver trasmesso illecitamente al corrispondente del SISMI le informazioni segrete dell’ambasciatore Stefano D’Andrea, informato quasi subito delle responsabilità dell’OLP, e ben presto minacciato e rimosso dalla sua sede di Beirut dal Ministro Emilio Colombo, mentre la Farnesina aveva come suo segretario generale il piduista Francesco Malfatti di Montetretto.
    Il segreto di Stato sui rapporti fra SISMI e OLP, invocato come movente dell’operato depistatorio dei servizi italiani – i quali giunsero a far “risuscitare” Graziella ed Italo, dichiarandoli però, con l’avallo di Yasser Arafat e Abu Ayad, prigionieri dei Falangisti cristiani – fu apposto sempre nel 1984 dal premier Bettino Craxi.
    In seguito alla Legge Prodi del 3 agosto 2007, che oltre ai Servizi Segreti italiani riforma la disciplina sul segreto di Stato, la mia famiglia ha presentato nel 2009 un’istanza al Governo del piduista Silvio Berlusconi, riuscendo infine, lo scorso mercoledì 10 marzo, a cominciare a prendere visione dei 1240 documenti desecretati sotto la pressione del voto unanime del Comitato per la Sicurezza della Repubblica presieduto dal senatore Francesco Rutelli.

  2. Giovanna

    Sto cercando notizie su giornalisti presenti all’isola d’Elba durante lo sbarco alleato del 1944 a Marina di Campo.
    Vi sarei grata se mi indicaste dove poter reperire questa notizia.
    Sto scrivendo un libro su quest’argomento e mi occorrerebbe una conferma.
    Grazie
    Giovanna

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